Coronavirus e Dad, 70% famiglie avrebbe voluto accesso più semplice e aiuto da docenti

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Coronavirus e conseguenze su povertà educativa: Invalsi pubblica l’analisi contenuta nel rapporto di Save the Children.

Anche se l’effetto negativo della chiusura delle scuole è stato bilanciato con l’aiuto della didattica a distanza, il rischio di un aumento della povertà economica ed educativa resta comunque concreto.

Invalsi sottolinea che la stima odierna dei minori sotto la soglia di povertà assoluta è del 20%, un ragazzo su cinque, contro il 12,6% nel 2018.

Alla deprivazione materiale si aggiunge anche la deprivazione educativa e culturale dei bambini e degli adolescenti, dovuta alla chiusura prolungata delle scuole e degli spazi educativi della comunità ed al confinamento a casa. Questo, secondo Invalsi, può avere effetti di lungo periodo sull’apprendimento e, più in generale, sulla dispersione scolastica. La difficoltà di questo particolare periodo va quindi a influire su un quadro già non molto florido.

Tenendo conto dei dati Ocse Pisa si evince che le regioni meridionali e le isole sono tra le aree con la maggiore incidenza della povertà educativa cognitiva in Europa. Tra i ragazzi di 15 anni provenienti da famiglie che si collocano nel quintile socioeconomico più basso, la percentuale di coloro che non raggiungono le competenze minime nelle tre discipline indagate  (Lettura, Matematica e Scienze) è significativamente maggiore rispetto ai coetanei che vivono in famiglie più benestanti.

Quanto alla didattica a distanza, dal rapporto emerge che una famiglia su cinque avrebbe voluto una maggiore comunicazione con gli insegnanti, quattro su dieci ritengono che i propri figli non siano riusciti a seguire il ritmo delle lezioni dall’inizio del lockdown.

Oltre il 70% delle famiglie avrebbe desiderato un accesso più semplice alla didattica a distanza e un aiuto più consistente da parte degli insegnanti nello studio.

Più di una famiglia su dieci ha avuto a disposizione come unico dispositivo per la didattica a distanza lo smartphone. Sei genitori su dieci ritengono che i propri figli avranno bisogno di sostegno didattico quando torneranno a scuola a causa della perdita di apprendimento degli ultimi mesi.

Dall’indagine svolta da Save the Children emerge infine che nelle scuole primarie quasi un bambino su dieci tra gli 8 e gli 11 anni non ha mai sperimentato le lezioni online o lo ha fatto meno di una volta a settimana.

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