Coronavirus, contagiata una studentessa. La preside di Carpi tranquillizza. Le scuole in Emilia potrebbero restare chiuse

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Studenti e professori di una scuola emiliana sono sotto osservazione volontaria per il Coronavirus. Una studentessa di un istituto di Carpi, in provincia di Modena, è risultata positiva al tampone.

Il virus potrebbe essere stata trasmesso da un familiare che per motivi di lavoro era stato a sua volta in Lombardia, proprio nella zona del focolaio, e che quindi era stato ricoverato, dopo la manifestazione dei sintomi, al Policlinico di Modena, dove è ancora in terapia intensiva, mentre la propria ditta ha sospeso per ora la propria attività.

La ragazza invece è stata dimessa e ora sta bene e pure lei sta frequentando via Skype le lezioni a distanza attivate dalla propria scuola, chiusa da lunedì scorso come tutte le altre in Emilia Romagna, dove si sono registrati vari casi di contagio, quasi tutti riconducibili al focolaio lombardo.

Si ipotizzano intanto legami con il caso della minorenne, che con molto senso civico ha avvertito il gestore della piscina comunale di Carpi dove la giovane si era recata sabato pomeriggio, inconsapevolmente, prima che, in serata andasse pure in discoteca.

Nessun allarme, ma a scopo cautelativo il sindaco carpigiano, Alberto Bellelli, ieri sera 27 febbraio, ha diramato su tutti i propri canali social e su quelli istituzionali una comunicazione congiunta con l’Asl cercando di avvisare quanti pensano di essere entrati in contatto con la donna.

Ecco il messaggio urgente: “Hai sintomi respiratori (tosse, febbre, raffreddore, difficoltà respiratorie) e hai frequentato sabato 22 febbraio dalle 14 alle 16 circa, la Piscina comunale di Carpi? Oppure hai trascorso la sera di sabato 22 febbraio dalle 23.30 alle 2 circa presso la discoteca Duende di Carpi? Non andare in ospedale, stai a casa in isolamento e scrivi a: [email protected] o telefona allo 059.3963663. In caso di emergenza chiama il 118”.

Ma torniamo a scuola. La preside della scuola superiore frequentata dalla ragazza è stata raggiunta ieri dalla giornalista della Gazzetta di Modena, Serena Arbizzi, alla quale ha manifestato tutta la propria serenità e quella dell’istituto: “Siamo tutti a conoscenza – spiega la dirigente – che nel caso si dovessero riscontrare i sintomi, sarà necessario telefonare alle autorità sanitarie preposte. Con la ragazza ci siamo sentite in mattinata, era stata appena dimessa. Lei è stata fantastica: è stata la prima ad avvisarci. Tutti i compagni di classe della studentessa sono stati allertati e qui, tra i corridoi, si respira un clima di tranquillità. I docenti sono venuti a ritirare materiale. E siccome siamo attrezzati anche noi con le lezioni su Skype, pure la ragazza in questione vi ha preso parte attiva”.

Intanto sulla chat dei colleghi degli insegnanti dell’istituto frequentato dalla studentessa si insiste sul fatto che alunni e docenti si siano messi in quarantena, ma solo volontariamente.

Intanto le autorità emiliane decideranno nella giornata di oggi se le scuole riapriranno i battenti lunedì prossimo, dopo lo stop di questa settimana, oppure se resteranno chiuse ancora per un ulteriore periodo di tempo, in attesa di conoscere gli sviluppi dell’epidemia che sta mettendo a dura prova anche la tenuta dell’economia di una delle zone più produttive del Paese.

Il Governo preme per una decisione unitaria per Emilia e Lombardia, decisione sempre più improbabile visto che lo sviluppo dell’epidemia lascia un po’ sconcertati.

Nella provincia di Modena si sono registrati in tutto 18 casi, ma quel che preoccupa è che si sono registrati 10 nuovi casi in un sol giorno. Quasi tutti riconducibili al focolaio di Codogno, ma non tutti. Le autorità stanno cercando di capire come si sia potuto verificare il contagio.

È molto probabile che le scuole riapriranno solo in quelle province dove non sono stati registrati dei casi.

L’assessore regionale emiliano uscente alla Sanità, Sergio Venturi (la nuova giunta si insedierà oggi), spiega intanto che nel caso le scuole riaprissero non si farebbero le disinfestazioni, che erano state richieste da più parti.

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