Coppi (Ust Milano) inaugura l’anno scolastico

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Comunicato stampa – In occasione dell’apertura dell’Anno Scolastico 2018/2019 stamattina il dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Milano e Città Metropolitana, Yuri Coppi, si è recato in visita all’Istituto Comprensivo “Monte Amiata” di Rozzano. Si è trattato della sua prima uscita pubblica.

Calorosa l’accoglienza da parte della preside Monica Mansi, del sindaco di Rozzano, Barbara Agogliati, dei rappresentanti di diverse istituzioni scolastiche del territorio, del coro della media Curiel.

L’incontro era nello specifico dedicato alle famiglie e agli studenti delle nuove 5 classi di prima media, presenti in Auditorium.

Così ha esordito la preside Mansi: “Oggi, primo giorno di scuola, sento dire: E’ finita la libertà… Ma vi dico: Ragazzi, la vostra libertà è qua dentro! Va bene la vacanza, ma formarvi come uomini e donne è importantissimo. L’individuo libero è l’individuo colto, che potrà scegliere, e qui dentro voi farete la vostra prima scelta importante della vita: sceglierete il percorso da intraprendere”.

Dopo lo scambio di saluti delle autorità, il dott. Yuri Coppi si è rivolto ai presenti e simbolicamente, tramite loro, a tutta la scuola di Milano e Città metropolitana che inizia un nuovo percorso. Di seguito il discorso (riportato integralmente): “Ringrazio la dirigente scolastica e il sindaco per la disponibilità che hanno dato perché venissimo qui ad inaugurare l’anno scolastico 2018/19. E’ una festa, è un avvenimento importante e ci tenevamo a darvi il giusto rilievo.

Per voi è il primo anno di un nuovo ciclo di scuola – iniziate la secondaria di primo grado, la prima media – e anche per me è emozionante perché è la prima volta che vado all’inaugurazione dell’anno scolastico come dirigente dell’Ufficio Scolastico di Milano, di cui ho la responsabilità da circa 3 mesi. È un grande onore poterlo fare in questa veste.

Ricordo anch’io, e se lo ricorderanno i vostri genitori, il mio primo giorno di scuola elementare: ero spaventato, avevo paura. Ricordo in particolare una cosa: le scale. Ho un ricordo molto nitido di quella salita, di quelle scale enormi che mi portavano a quella che sarebbe stata la mia aula. Sono stati poi i 5 anni più belli della mia vita.

Ricordo anche il primo giorno di scuola media. Quel giorno non ero spaventato ma arrabbiato, perché i genitori di un amico che veniva con me erano in ritardo. Ero sotto il palazzo. Arrivammo di corsa a scuola. Entrai in classe e lì conobbi quello che sarebbe stato il mio compagno di banco per i successivi 8 anni. Un’esperienza importante per la mia vita.

Furono anche quelli, delle medie, anni bellissimi. Spero che lo siano anche per voi, che sia un nuovo inizio nel senso migliore possibile.

Ora perché abbiamo deciso di venire qui oggi come Ufficio Scolastico di Milano? E’ semplice. Con il direttore dell’USR – che in questo momento è in un istituto a Corsico – abbiamo concordato quest’anno di dare rilevanza alle scuole dell’hinterland per valorizzare queste realtà. Abbiamo pensato che la scuola, come istituzione e come struttura fisica (l’edificio fatto di aule, palestre, giardini, etc), abbia un ruolo estremamente importante nel costruire l’identità dei luoghi, nel costruire il senso di comunità delle persone che vivono in posti che spesso sono considerati periferie, “non luoghi”, perché sono privi di identità e faticano a creare un tessuto comunitario.

E’ determinante valorizzare il fatto che esistano delle scuole anche strutturalmente belle, funzionanti, accoglienti, costruite bene, e rispettate dall’utenza. Perché, come sapete, il rispetto genera rispetto.

La Scuola come istituzione ha il ruolo non solo di garantire l’istruzione ma anche di favorire la mobilità nelle nostre società complesse, di fungere da ascensore sociale, strumento che permette alle persone di crescere.

Nel momento in cui la Scuola non riesce a fare questo allora la società si blocca, si sclerotizza, non è più in grado di affrontare le sfide che la aspettano, ed è difficile poi che il nostro Paese mantenga il livello di benessere che ha conquistato negli ultimi decenni. E le prime a pagarne le conseguenze sono proprio le realtà deboli, le zone emarginate e periferiche. E’ lì che si gioca la capacità della scuola pubblica di svolgere i suoi compiti: mettere le persone in grado di compiere scelte, di crescere.

Perché ho scelto di venire alla “Monte Amiata”? Vi dicevo che sono emozionato e orgoglioso di poter rivestire questo ruolo di provveditore: vedete, mio nonno era un mezzadro analfabeta. Mio padre a 14 anni è rimasto orfano ed è dovuto andare a lavorare nella società mineraria del Monte Amiata, in Toscana. Lavorava al tornio, in superficie, e a 18 anni è sceso in galleria. Ha fatto il minatore per qualche mese, poi per fortuna sua – e nostra – le miniere hanno chiuso ed è stato costretto a fare altre scelte.

Un collegamento con il Monte Amiata c’è: sono le mie radici personali.
Nel mio caso la scuola e l’istruzione hanno significato molto perché ho avuto la possibilità, grazie ai miei genitori, di studiare, di laurearmi, e fare una carriera nell’amministrazione statale, fino a ricoprire questo incarico. Da un certo punto di vista posso considerarmi un po’… “un successo dell’istruzione pubblica” in Italia.

Quindi, se ha funzionato con me vi assicuro che può funzionare anche con ciascuno di voi!”.

In conclusione il dott. Yuri Coppi ha ripetuto l’augurio all’intera comunità scolastica di Milano e Città metropolitana, in tutte le sue diverse componenti, per un avvio sereno di questo nuovo anno di scuola.

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