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Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani contro la chiusura dei serali

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Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani – Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani vuole esprimere il proprio punto di vista in merito all’attuale situazione dei corsi di istruzione per gli adulti, prendendo spunto da una segnalazione giunta da alcuni docenti dell’ITIS Altiero Spinelli di Sesto San Giovanni che evidenzia in maniera chiara, precisa e alquanto preoccupante la inequivocabile intenzione della dirigenza di quell’istituto di voler perseguire l’obiettivo della soppressione del corso serale dopo ben 50 anni di attività.

Tale segnalazione evidenzia una situazione abbastanza diffusa nella nostra penisola. Non fa eccezione il meridione d’Italia, che si lega in un abbraccio virtuale e trasversale a realtà differenti, ma afflitte dalle stesse problematiche.
La denuncia dei colleghi dell’IIS Spinelli sollecita inevitabilmente a interrogarci sul senso del diritto all’istruzione riconosciuto nella nostra Costituzione agli art. 33 e 34 e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo all’art. 26. Ricordiamo, inoltre, che attualmente la legge prevede che gli adulti che desiderano iscriversi ai percorsi di istruzione di secondo livello avanzano domanda alle istituzioni scolastiche presso le quali sono incardinati tali percorsi, le quali provvedono tempestivamente a trasmetterle in copia alla sede centrale del CPIA con il quale le predette istituzioni scolastiche hanno stipulato l’accordo di rete (art. 5, comma 2, del DPR 263/12 – Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo didattico dei Centri d’istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell’articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.).
Non ci sono e non ci possono essere limiti al diritto all’istruzione. Tanto meno limiti anagrafici.
I corsi serali sono stati e sono una realtà bellissima, frequentati da persone adulte che, per vari motivi, non hanno potuto completare i loro studi in età prettamente scolare, ma che avvertono l’esigenza, ad un certo punto della loro vita di ritornare fra i banchi di scuola. E lo fanno con un entusiasmo e una determinazione che sono veramente commoventi. Protesi nella loro ansia di conoscenza e formazione, con una voglia di riscatto e di recuperare il tempo perduto, desiderosi di raggiungere una qualifica professionale, gli alunni dei corsi serali sono persone eccezionali, estremamente determinate, che consentono, peraltro, ai docenti una esperienza entusiasmante e indimenticabile sotto il profilo umano e professionale.
Ogni docente dovrebbe avere l’opportunità, almeno una volta nella propria carriera, di fare questa esperienza. Sicuramente ne uscirebbe diverso, ricco di nuovi e validi motivi per proseguire nella propria attività ad evidente dimostrazione che in classe non imparano e si arricchiscono culturalmente solo i discenti, ma anche i loro docenti in un continuo e perenne scambio osmotico di esperienze umane e professionali.
Siamo, pertanto, vicini e solidali con i colleghi del serale Spinelli che hanno ripetutamente segnalato le difficoltà in cui si trovano ad operare, nelle quali si intravede in maniera palese, e a giusta ragione , una precisa e reiterata violazione del diritto all’istruzione e invitiamo il MIUR a vigilare in maniera sempre più incisiva ed efficace sulla realtà dei corsi serali di istruzione per adulti anche promuovendo, qualora ne ravvisasse la necessità, adeguate ispezioni.
Oltre tutto, violando il diritto all’istruzione con il diniego di apertura o di mantenimento dei serali, un altro diritto si profila violato. Il diritto al lavoro. Nel momento in cui le nascite sono in calo e consequenzialmente le iscrizioni scolastiche si riducono, non è possibile e tanto meno ipotizzabile che delle certezze di qualità, come i serali, subiscano degli ingiustificati e reiterati assalti per decretarne la chiusura.
“Perché la società dovrebbe sentirsi responsabile soltanto dell’educazione dei bambini, e non dell’educazione degli adulti di ogni età”? ( Erich Fromm)

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