Convivenza e pace. Lettera

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Michele Schiavino – Degli elementi della teoria dei giochi, le dispense di economia di M. Fontana e R. Balconi ne indicano quattro.

Un quinto nel documento www.econ.unito.it/va nnoni/docs/thgiochi/pdf . Ma quali sono questi elementi? 1-I giocatori, che sono i popoli e le culture; 2-Le azioni cioè l’insieme delle mosse a disposizione dei giocatori; 3-l’informazione, che può cambiare le decisioni dei giocatori; 4-Le strategie, cioè l’insieme dei possibili piani d’azione: una strategia, dunque, specifica un’azione per ognuna delle situazioni in cui il giocatore può essere chiamato a decidere ( indipendentemente dal fatto che poi venga effettivamente a trovarsi in quella situazione ); 5-I play – off, (o le vincite), gli esiti del gioco per ciascun giocatore: la sconfitta, cioè rifiuto totale, assorbire gli altri, farsi assorbire gli altri, e la vittoria, cioè la convivenza. Che è una funzione razionale fratta, non intera.

Napoleone disse che “Impossibile è una parola che esiste solo nel vocabolario degli stupidi”. Einstein disse che “Tutti sanno che una cosa è impossibile, finché arriva un idiota che non lo sa e la realizza”.  Noi siamo il nostro destino. Ed è inutile mettere la testa sotto la sabbia, perché il pericolo arriva lo stesso, e nota tutto il resto di te che non è nascosto. Restando a sua disposizione. Un detto buddista dice “Se vuoi conoscere le cause del passato, guarda gli effetti che si manifestano nel presente. Se vuoi conoscere gli effetti che si manifesteranno nel futuro, guarda le cause che stai mettendo nel presente”.

Perché il cambiamento parte da noi stessi. Siamo il cambiamento che vogliamo vedere, ed esso si manifesterà. Il cambiamento è matematica: la situazione attuale è il termine noto. La risposta che gli diamo, l’azione, corrisponde al valore dell’incognita. Produce un effetto, il risultato finale delle equazioni, che può essere sia positivo sia negativo. Ma vi è anche la simultaneità di causa ed effetto. Ogni nostra azione è sia effetto delle azioni ricevute dalle altre persone, sia causa delle stesse. Le azioni in risposta alle nostre sono simultaneamente un effetto, o termine noto, e una causa, o valore dell’incognita.

Pensieri, parole, opere sono le modalità con cui si mettono le cause. Tutti abbiamo una tendenza, nel bene e nel male. Cambiarla è possibile, basta capire che non accadrà subito Ogni essere umano possiede uno stato vitale illuminato, che permette di affrontare e superare le sofferenze (che non si possono evitare, almeno in queste condizioni), e che vi sono 3,000 possibili condizioni per ogni istante di vita. Partiamo dai dieci possibili stati vitali in cui ci possiamo trovare, dal più basso – in cui ci sentiamo all’inferno – al più alto. Lo stato illuminato. Ognuno di essi ha dentro di se tutti gli altri, e arriviamo così a cento. Dieci fattori per ognuno dei cento mondi, un altro modo di definire gli stati vitali, e si arriva a mille. In ognuno dei tre ambienti della nostra esistenza. Fu scritto che la rivoluzione umana di un singolo individuo porta al cambiamento del destino di una nazione, e da qui a quello di tutta l’umanità .

A chi pensa a se stesso, vorrei ricordare i versi di Martin Niemöller «Quando i nazisti presero i comunisti, / io non dissi nulla /perché non ero comunista. /Quando rinchiusero i socialdemocratici / io non dissi nulla /perché non ero socialdemocratico. /Quando presero i sindacalisti, /io non dissi nulla /perché non ero sindacalista. /Poi presero gli ebrei, /e io non dissi nulla /perché non ero ebreo. /Poi vennero a prendere me. /E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa»

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