Contro ogni forma di precarizzazione del lavoro nella scuola non statale

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Comunicato FLCGIL – Nelle istituzioni scolastiche ed educative non statali, curriculari ed extracurriculari, la crisi sta producendo e continuerà a produrre, se non si introducono misure anticrisi adeguate, conseguenze devastanti soprattutto sul versante dell’occupazione, del reddito e della qualità del lavoro.

Comunicato FLCGIL – Nelle istituzioni scolastiche ed educative non statali, curriculari ed extracurriculari, la crisi sta producendo e continuerà a produrre, se non si introducono misure anticrisi adeguate, conseguenze devastanti soprattutto sul versante dell’occupazione, del reddito e della qualità del lavoro.

Ad un diffuso calo della domanda dovuto alla riduzione dei redditi/consumi, le aziende reagiscono addossando tutto il peso della crisi sul lavoro e sui lavoratori. Dismissioni dell’attività, cessioni di azienda e di ramo d’azienda, esternalizzazioni, abbassamento dei diritti contrattuali, cambiamento di contratti, trasformazione del lavoro standard in lavoro atipico nella variante del lavoro a progetto sono le azioni più frequenti messe in essere da datori di lavoro laici e religiosi. Tutto ciò significa licenziamenti, quindi disoccupazione, e abbassamento dei salari, dei diritti e delle tutele soprattutto contrattuali. Lo dimostra una ulteriore estensione del lavoro precario in tutto il comparto a danno del lavoro subordinato e dipendente con conseguenze negative sull’occupazione, sul reddito, sui diritti, sulle tutele e sulla stessa qualità del servizio. Per far fronte a questa situazione di emergenza, che sta consegnando un numero preoccupante di lavoratrici e lavoratori ad un futuro senza prospettive, per la FLC Cgil è indispensabile rilanciare l’iniziativa sindacale a tutto campo, su tutti i fronti e con tutti gli strumenti possibili.

La FLC Cgil chiede pertanto al Governo:

  • di riprendere la lotta all’evasione contrattuale, contributiva e fiscale, anche attraverso una massiccia azione ispettiva, poiché in questo settore rappresenta un fenomeno in crescita che penalizza le aziende più sane;
  • la ripresa dei processi di stabilizzazione e regolarizzazione dei rapporti di lavoro riconducendoli nella solo tipologia di lavoro subordinato;
  • interventi a sostegno dell’occupazione attraverso l’estensione universalistica degli ammortizzatori sociali;
  • interventi di sostegno al reddito immediati che riducano il peso fiscale su redditi da lavoro e da pensione.

La FLC Cgil chiede al Ministro dell’Istruzione:

  • di porre fine al fenomeno dei diplomifici perché sono una vergogna del nostro sistema di istruzione, perché sono fonte di sfruttamento e perché determinano pericolose forme di dumping contrattuale e sociale;
  • di effettuare attività di vigilanza costante su quelle scuole paritarie che non applicano le disposizioni previste dalla legge di parità con particolare riferimento all’obbligo di applicare al proprio personale i CCNL di categoria.

La FLC Cgil chiede alle associazioni datoriali e padronali di categoria:

  • di riaffermare la centralità del CCNL che rafforzi il suo valore solidaristico e universale e che consenta un effettivo e reale recupero del potere di acquisto dei salari;
  • di contrastare tutti i tentativi di fuga dal contratto, comprese le cessioni di ramo d’azienda, di compiere la loro parte contro i tentativi di disapplicazione dei contratti da parte dei loro associati e di porre fine ai licenziamenti collettivi ricorrendo a soluzioni alternative previste dalla legge e dai contratti;
  • di attivarsi affinché nel comparti si arrivi alla definizione di un CCNL unico.

La FLC Cgil chiede ai partiti politici:

  • il superamento della legge 30 e del D.Lgs 368 le cui disposizioni hanno favorito la crescita esponenziale del precariato sostituendole con disposizioni legislative che pongano al centro il lavoro standard e a tempo indeterminato.
  • La FLC Cgil chiede agli enti locali e alle istituzioni pubbliche che in caso di appalti, convenzioni e esternalizzazioni venga garantito da parte dell’appaltatore il mantenimento dei livelli occupazionali e l’applicazione dei CCNL. Di categoria.

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