Continuità didattica ad anni alterni. Lettera
Inviato da Luca Gallo- Ma questa cosiddetta continuità didattica come mai varia da un anno all’altro o a seconda dei governi e dei partiti al potere?
Negli ultimi due tre anni si è potuto chiedere il trasferimento anche durante l’ anno di prova, anche con esito negativo, poi è arrivato il contratto triennale sulla mobilità che ha stabilito che chi viene trasferito su una scuola a sua richiesta ci deve restare per tre anni, adesso un’ emendamento fatto passare dalla maggioranza di governo prevede per i nuovi assunti 5 anni di permanenza nella stessa scuola.
E’ assurdo tutto ciò come al solito nella scuola si creano i sommersi e i salvati, figli e figliastri, se vieni assunto nell’ anno giusto torni a casa in tempi ragionevoli, mentre se vieni assunto l’ anno dopo o aspetti di fare il FIT, rischi di rimanere lontano da casa per altri lunghi anni.
Ad esempio il FIT è un percorso regionale, per cui se nella tua provincia di residenza non c e posto devi necessariamente accettare un posto che può essere anche abbastanza lontano, se poi ci mettiamo anche questo ulteriore vincolo di 5 anni, succede che nel frattempo i posti che si liberano nella tua provincia o nel tuo paese vengono occupati da i nuovi immessi in ruolo che risulteranno vincitori dei concorsi prossimi ad essere banditi, anch’essi bloccati per 5 anni da i nuovi vincoli, per cui ci sarà una sorta di immobilismo senza senso in cui parecchi docenti, molti non più giovani. dovranno continuare a fare sacrifici lontano da casa con le solite spese per affitti a fondo perduto.
Questi docenti è chiaro che non avranno quella serenità necessari per affrontare al meglio il proprio lavoro, anche perchè è palese la discrepanza di chi è entrato in ruolo e ha potuto subito chiedere il trasferimento, che ricordo è un diritto sancito dalla nostra costituzione, anche perchè molto spesso chi è entrato in ruolo tramite concorsi 2016 e 2018 nella maggior parte dei casi è stato precario in quella stessa scuola per chissò quanti anni. Per cui va bene la continuità didattica come principio generale , ma devono essere garantite anche le libertà fondamentali come quelle relative alla mobilità per coloro che desiderano cambiare sede lavorativa, nella maggior parte dei casi per ricongiungersi alla propria famiglia.