Concorso straordinario secondaria, docenti centri formazione professionale non vanno esclusi! Lettera

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Inviato da Sara Carnelos* – Hanno tagliato fuori dal concorso riservato straordinario i docenti dei centri di formazione professionale perché non operano in scuola statale, ma trattasi di percorsi con finanziamenti che lo Stato passa alle Regioni.

I percorsi Iefp di competenza regionale si svolgono anche all’interno delle scuole statali. È pazzesco che si voglia eludere la normativa che fa rientrare percorsi Iefp e le scuole paritarie nel sistema di istruzione nazionale.Ci si augura che la lunga pausa che la Commissione Cultura ha preso sia per valutare anche questo aspetto che mette in evidenza la criticità dell’impianto.

Docenti con più anni di esperienza sia nello Stato che nei percorsi Iefp e nelle paritarie, ma non 180X3 nello Stato, verrebbero sorpassati da chi ha solo 180X3, ciò implica che chi ha un decennio di esperienza non possa partecipare al concorso riservato, ma sì chi ha soli 15 mesi (da febbraio a giugno) in scuola statale, in barba alla normativa vigente. Ciò significa che chi oggi ha supplenze nello Stato al 31 agosto le va a perdere, a rischio sarebbe anche il futuro posto di lavoro e spesso la continuità didattica.

Era sufficiente applicare quanto già fatto nel 2016 e nel 2018, ovvero PAS+CONCORSO RISERVATO in ottemperanza delle graduatorie di istituto, già controllate dalle scuole e che, per questo non darebbero adito a ricorsi.

Invece, si è voluto ingarbugliare la matassa. Anche la G36 senza dividere docenti di serie A e B, ma considerando tutti alla pari (se insegnanti riconosciuti dal sistema scolastico nazionale) avrebbe velocizzato i tempi, visto che settembre è alle porte.

E cosa accadrà? Che chi ha i punteggi più alti prenderà le supplenze da settembre al 31 agosto, per poi vedersi negato il diritto alla partecipazione al concorso straordinario. Perciò si chiede ai politici di esaminare attentamente tutti i risvolti del provvedimento prima di portarlo in Consiglio dei Ministri, evitando i ricorsi che una schiera di avvocati sono già pronti ad intraprendere per le vergognose esclusioni.

Per il bene dei docenti precari, delle finanze pubbliche e, di conseguenza, delle famiglie italiane che vedrebbero negata la continuità didattica è bene rivedere il documento potendolo migliorare in modo equo e non bypassando la normativa vigente. Senza poi pensare a cosa direbbe l’Europa quando l’Italia discrimina i propri insegnanti, dividendo le categorie che fanno capo al sistema scolastico nazionale.

Il senatore Mario Pittoni che ben conosce il mondo della scuola, esperto nel sistema delle graduatorie, ha proposto lo straordinario bis per le scuole primarie, lo stesso bando può essere immediatamente applicato per le scuole secondarie di primo e secondo grado, in questo modo si mette al riparo chi lavora in scuola statale e ha diritto di venire stabilizzato anche se non ha maturato completamente il punteggio in tale realtà, ma nelle scuole di competenza regionale o paritarie riconosciute dalla normativa scolastica italiana.

*Giornalista professionista e docente

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