Concorso riservato con prova orale anche per sostegno infanzia e primaria. Lettera

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Inviato da Costanza Astorino – In un momento in cui tutto il mondo della scuola parla di “merito”, stride la vicenda dei docenti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria specializzati nel sostegno didattico.

Io sono un’insegnante specializzata con l’ultimo ciclo e mi chiedo perché lo Stato preferisce conferirci incarichi a tempo determinato invece di stabilizzarci. Forse per via della norma che sancisce che nelle Amministrazioni Pubbliche si accede solo per concorso?

Eppure per accedere al corso di sostegno (a numero chiuso e bandito dal Ministero) abbiamo superato tre prove concorsuali (preselettiva, scritto e orale) altamente selettive.

Una volta superato il concorso abbiamo frequentato corsi specifici e di alta formazione per le attività di sostegno, abbiamo frequentato ben 9 laboratori relativi agli aspetti pratici ed operativi della materia con il vincolo di non potersi mai assentare (pena l’esclusione dal percorso), abbiamo sostenuto 24 esami, tirocini per 175 ore, abbiamo redatto 3 tesi e sostenuto una prova finale. Ora chiediamo al Ministero cosa dobbiamo (ancora) fare per poter essere stabilizzati con un posto a tempo indeterminato.

A differenza delle altre categorie (vedi la vicenda dei diplomanti magistrali e dei laureati in SFP) noi non abbiamo controinteressati che possano proporre ricorsi verso il Ministero a fonte della nostra assunzione.

Non abbiamo controinteressati perché tutti gli insegnanti specializzati (presenti nelle GAE, nelle GM, e nelle GI) sul territorio nazionale non bastano per coprire il fabbisogno. Allora mi chiedo, perché non si può attuare anche per i docenti specializzati sul sostegno della primaria e dell’infanzia un percorso simile a quello degli insegnanti specializzati della secondaria con una prova non selettiva e una creazione di una graduatoria regionale? Mi viene da pensare che il mio titolo vale meno del loro, eppure abbiamo fatto gli stessi esami, abbiamo sofferto insieme e abbiamo pagato la stessa somma (migliaia di euro) per accedere al percorso. In questa situazionedi precarietà purtroppo come spesso avviene a farne le spese sono i più piccini. Infatti la mancata stabilizzazione dei precari specializzati non garantisce la continuità didattica agli alunni.

Come si possono creare situazioni inclusive se è il Ministero che per primo non pone le basi per la realizzazione di una scuola inclusiva?

Ogni alunno con disabilità ha il diritto di avere un insegnante specializzato che lo segua di anno in anno in modo da creare quel “progetto di vita” tanto sbandierato nelle Direttive Ministeriali. Chiediamo quindi al Governo e al Ministro Bussetti di risolvere in via definitiva questo problema, varando un decreto che ci permetta di essere stabilizzati.

Per questo motivo è nato da poco su Facebook un gruppo, “Docenti specializzati nel sostegno didattico (Primaria ed Infanzia)”, formato da maestre e maestri specializzati pronti a battersi perché la loro professionalità (acquisita con tanti sacrifici) sia rispettata.

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