Concorso a presidi. La formazione non conta: l’amaro sfogo di un professore altoatesino

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L’Adige, quotidiano locale, ha raccolto in un articolo lo sfogo di Pasquale Tappa, un docente che concorre per il concorso a preside.

Tappa ha un curruculum vitae molto fitto: laurea in lettere moderne con il massimo dei voti, diploma magistrale; master universitario sui dsa, certificazione Epict ottenuta dopo aver seguito 600 ore di lezioni in 5 anni, e all’Ecdl versione 2017, laureando in scienze cognitive a Verona e conosce l’inglese (livello B1) e il tedesco, appreso all’università. Eppure il punteggio attribuito è di solo 51 punti in graduatoria, perché la formazione vale per il 10%, nonostante molti dei corsi seguiti sono stati organizzati proprio dall’IPRASE, ente che lavora per conto della Provincia.

Non vale nulla nemmeno il lavoro sul campo, afferma il docente:”Anche il Clil, su cui la Provincia ha investito 36 milioni di euro, è riconosciuto per il punteggio del concorso soltanto se si ha l’attestato. Ma chi ha seguito il corso di metodologia Clil di 120 ore e svolge lezioni Clil in classe, da anni, non ha diritto a un punto in più”.

Tappa ammonisce anche i sindacati:”Cosa dicono i sindacati? Controllano la gestione dei fondi provinciali? Dovrebbero farlo, per esigere che i titoli siano utilizzabili anche nei concorsi. Altrimenti è chiaro il messaggio per gli insegnanti, state a casa ed evitate il masochismo dei corsi e della formazione”.

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