Concorso DS, la nostra selezione cristallina. Lettera

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Inviato da Davide Alpi – “Siamo centotrenta degli oltre tremila candidati che hanno superato la prova preselettiva, la prova scritta e quella orale del concorso nazionale per Dirigenti scolastici, bandito nel 2017 dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca. 

Vogliamo esprimere alcune considerazioni, dopo aver letto numerosi articoli di stampa, nei quali è stato ripetutamente messo in discussione il corretto svolgimento del concorso, che ci ha impegnati negli ultimi anni a livello professionale e personale, tra sacrifici economici e ore di studio e formazione. 

Vorremmo porre alla pubblica attenzione il fatto che siamo stati testimoni e partecipi, per ciò che è risultato dalla nostra esperienza diretta, di un inedito (per modalità di svolgimento) concorso a livello nazionale. Vale la pena infatti ricordare che l’ultimo concorso per il reclutamento di Dirigenti scolastici fu svolto nel 2011 in ambito regionale, con modalità tradizionali e fu seguito da strascichi giudiziari penali e amministrativi non ancora del tutto sopiti. 

Per quello che possiamo dire noi le varie fasi di questa procedura si sono svolte in modo corretto e con meccanismi che hanno teso ad evitare e prevenire il diffuso malcostume delle “raccomandazioni”. Nel pubblico dibattito emerso in questi giorni, vorremmo far emergere anche la voce di coloro che si sono messi in discussione e con atteggiamento onesto, leale e trasparente si sono candidati e sono stati sottoposti in modo cristallino ad una procedura di selezione al fine di guidare le Istituzioni scolastiche del nostro Paese. 

Chiediamo che venga dato diritto di cittadinanza anche a chi, come noi, ha in mente che per far ripartire il nostro Paese da una profonda crisi culturale e morale, oltre che economica, sociale e finanziaria, si possa e si debba ripartire proprio dalla Scuola Pubblica, per tornare a promuovere sostenibilità, inclusione, cooperazione e pluralismo culturale.  

Se la cosa riguardasse solo noi a livello personale, forse, non avremmo trovato forti motivazioni per scrivere, ma qui passa una delle questioni strategiche che fondano la convivenza civile e democratica e lo sviluppo e il progresso dell’Italia: l’educazione, l’istruzione e la formazione delle giovani generazioni. Per questo dare spazio solo a chi parla di presunte irregolarità non basta, non può bastare! 

La scuola è settore fondamentale nei paesi democratici. Far emergere solo ombre e sospetti, di cui la magistratura penale, civile e amministrativa darà a breve giudizi ed emetterà sentenze, sta proponendo uno spaccato parziale e incompleto della questione, della procedura concorsuale e delle prove, che hanno visto impegnati migliaia e migliaia di cittadine e cittadini tra candidati e commissari d’esame.  

Ci piacerebbe che si raccontasse di donne e uomini professionisti quarantenni e cinquantenni, che avendo a cuore un futuro di pace, di promozione di diritti civili, di uguaglianza e di pari opportunità in Italia e in Europa si sono messi alla prova in un duro percorso di preparazione e di esami, perché vedono nella scuola uno dei più importanti strumenti con cui si possa promuovere democrazia sostanziale e benessere diffuso. 

In un clima di rancori e risentimenti, segnato da corruzione e da scarso senso delle istituzioni pubbliche, abbiamo guardato con fiducia alla possibilità di candidarci e di concorrere in una procedura concorsuale pubblica nel rispetto della legalità e della trasparenza e nel riconoscimento del merito. 

Se da un lato comprendiamo le diverse prese di posizioni che si sono susseguite, dall’altro vorremmo far emergere anche il nostro punto di vista che auspica in modo completo e articolato di selezionare e distinguere per cercare di porre rimedio agli errori una volta provati ma anche salvaguardare la procedura concorsuale nel suo complesso. Abbiamo invece letto di ombre pesanti su tutto il concorso, e implicitamente su tutti i candidati, su tutte le commissioni e su tutte le prove, tanto da far prospettare come unica soluzione praticabile l’annullamento sic et simpliciter dell’intero percorso. 

Auspichiamo con convinzione che ci sia piena ricerca della verità e che quanti tra i nostri colleghi abbiano eventualmente subito la lesione di interessi legittimi possano veder risarciti e riconosciuti i propri diritti e venga così restaurato il principio di legalità per tutti, ma chiediamo altresì di distinguere e differenziare le singole situazioni, poiché noi siamo testimoni del fatto che, nella stragrande maggior parte dei casi, questo percorso di selezione si è svolto nel rispetto della legalità e della correttezza. Ci permettiamo di farlo, dal momento che non è in gioco solo il nostro futuro professionale, ma il futuro del nostro Paese ed adombrare sospetti in modo indistinto e diffuso mina le fondamenta che stanno alla base di una comunità e dei suoi valori di riferimento.”

(seguono firme)

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