Concorso docenti: prove pratiche non anonime. Procedura corretta o vizio di forma?

Di Lalla
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Lalla – Alcuni candidati al concorso a cattedra per discipline che prevedono la prova pratica/di Laboratorio lamentano la mancanza di anonimato nello svolgimento della stessa.

Lalla – Alcuni candidati al concorso a cattedra per discipline che prevedono la prova pratica/di Laboratorio lamentano la mancanza di anonimato nello svolgimento della stessa.

Nel gruppo Facebook Ricorso prova pratica senza anonimato si discute della questione, alla luce di una sentenza del Consiglio di Stato (sez. IV, decisione 19/03/2007, n.1285) che dice “se la prova pratica si sostanzia nella redazione di un elaborato scritto, la applicazione della regola dell’anonimato assume un carattere cogente”.

In realtà la sentenza è più ampia, e anzi conclude affermando che la regola dell’anonimato per le prove scritte dei concorsi pubblici, anche in mancanza di una espressa previsione del bando di concorso, deve essere rispettata, non va osservata nel caso in cui il bando di concorso preveda una prova pratica consistente nella compilazione di un modulo e la discussione di un caso esaminato.

Nel caso del concorso docenti ricordiamo che, mentre la prova scritta il Ministero ha diramato opportune e stringenti indicazioni per garantire non solo l’anonimato, ma anche una procedura simile in tutte le commissioni, non c’è stata altrettanta solerzia per le prove pratiche, che interessano solo alcune delle discipline coinvolte nel concorso, nè il bando dice nulla a tale proposito.

Questo ha fatto sì che ogni commissione ha disposto in maniera individuale, non garantendo uniformità alla procedura e aprendo il fianco ad eventuali contenziosi.

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