Concorso dirigenti annullato, Giannelli (ANP): bisognerà valutare nuovamente lo scritto, non rifarlo. Concorsi fallimentari, meglio chiamata diretta

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“Il sistema dei concorsi è fallimentare e oggi siamo di fronte all’ennesima prova di un fallimento”.

Non usa mezzi termini Antonello Giannelli, presidente nazionale di ANP, Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici e alte Professionalità della scuola, a commento della sentenza con la quale ieri il Tar del Lazio ha annullato per alcune irregolarità il concorso per dirigenti scolastici, ormai quasi ultimato, con migliaia di persone che avevano superato le prove e che erano ormai solo in attesa di una delle tante sedi scoperte. Sedi che invece continueranno e fare affidamento su un numero a questo punto crescente di reggenze, in attesa degli sviluppi della vertenza in sede di appello davanti al Consiglio di Stato, che comunque porteranno via tanto tempo, forse mesi. Giannelli sottolinea però il proprio stupore per la motivazione (una dichiarata incompatibilità di alcuni commissari che prima del concorso avrebbero partecipato a corsi di preparazione) ritenuta non coerente con la giurisprudenza del Consiglio di Stato.

Professor Antonello Giannelli, vi aspettavate una cosa del genere?

“No, non ce l’aspettavamo. Ma quello che innanzi tutto va sottolineato è che su undici motivi di ricorso, dieci sono stati respinti. L’unico che è stato accolto mi lascia stupito perché contrasta con l’orientamento del Consiglio di Stato secondo cui l’aver partecipato a corsi di preparazione a un concorso non è motivo di incompatibilità. Quello che non si può fare è semmai prendere come commissario qualcuno che abbia organizzato la preparazione al concorso. Il Consiglio di Stato ha detto più volte che è pacifico che un commissario possa avere tenuto un corso di preparazione organizzato da soggetti terzi. Ad esempio, se qualcuno avesse partecipato come preparatore a un corso organizzato da Proteo, ciò sarebbe stato legittimo, secondo quanto il Consiglio di Stato ha sempre detto. Bisognerebbe leggersi tutte le carte processuali, ma da quello che viene letto in sentenza viene censurata la partecipazione ai corsi”.

Dalla sentenza sembrerebbe anche che un commissario si trovasse in posti diversi nello stesso momento

“Questo sarebbe un reato, ma di questo rispondono gli autori ma dal punto di vista generale, il concorso non verrebbe inficiato per questo motivo. Si annulla il verbale si rifà la riunione, come succede nei consigli di classe. Se il Consiglio di classe riunito per uno scrutinio non fosse regolare, verrebbe annullata la bocciatura e non è che l’alunno sarebbe promosso: rifarebbe tutto”.

Veniamo al motivo di ricorso accolto

“Si tratterebbe qui, in ogni caso, di un errore grossolano del Miur. So che hanno messo attenzione nella preparazione di questo concorso e mi pare strano che sia stato commesso un errore tanto grossolano. L’ultima parola spetta comunque al Consiglio di Stato”.

E magari occorrerà rifare tutto

“Attenzione, non è annullata la prova scritta, è annullata la valutazione della prova scritta. Quindi occorre rifare le valutazioni delle prove già svolte e poi la prova orale”.

Si è creata una situazione molto delicata

“La situazione è devastante, in questo periodo. Il numero di reggenze, già alto, ora è ancora più alto, con gente che aveva vinto il concorso e alla quale si dice ora che ha buttato tempo e soldi. Ci sono diritti che vanno tutelati. Peraltro, i ricorrenti vedono riaperte le prospettive, aumenta la conflittualità, si alimenta un continuo contrasto”.

Questa è solo una prima sentenza. I ricorsi al Tar del Lazio sono stati tanti

“Se questa sentenza ha rigettato dieci motivi di ricorso su undici non credo che lo stesso Tar possa andare oltre. Peraltro sarà la stessa Sezione a occuparsene”.

Al di là dell’aspetto tecnico giuridico sotteso al caso attuale, qual è la conclusione che si può trarre da questa vicenda?

“la conclusione è che il sistema dei concorsi è fallimentare e oggi siamo di fronte all’ennesima prova di un fallimento. C’è un meccanismo che sembra perfetto, ci raccontiamo che sia perfetto, ma è un meccanismo che non funziona mai. E dimostra che le assunzioni devono avvenire per chiamata diretta a seguito di un concorso durante il quale si individua il professionista che si ritiene in grado di svolgere il compito al meglio. Poi, eventualmente si licenzierà chi dimostrasse di essere un lavativo e pure chi lo ha assunto. Questo dovrebbe valere non solo per la scuola ma anche negli altri comparti della pubblica Amministrazione. Invece continuiamo con il sistema dei concorsi – che nemmeno riusciamo a fare con la dovuta frequenza, e che invece fanno la fortuna degli avvocati – e ci narriamo una realtà che non esiste, una realtà cioè che garantirebbe un’obiettività che invece non c’è. Siamo sicuri che questo sistema faccia il bene della scuola? No. Ci si riempie la bocca ma il sistema fa acqua da tutte le parti. Inseguiamo una chimera e non accettiamo l’idea che serve invece la chiamata diretta”

Se non fosse che l’art. 97 della Costituzione richiede il concorso pubblico per accedere ai ruoli della pubblica Amministrazione.

“Allora modifichiamo la Costituzione. La si modifica per altre questioni, si potrebbe modificare per garantire il buon andamento della pubblica amministrazione. Mi dica lei se questo è un buon andamento. I commissari sono pagati pochissimo e si cercano con il lumicino e poi nessuno lo vuole, il commissario, o a perdere molto tempo. Pensiamo a un’azienda seria: cosa fa un’azienda seria? Chiama un’agenzia di reperimento del personale, che farà uno screening, esaminerà le soft skills del candidato (sono le caratteristiche personali del candidato, le attitudini, ndr). All’azienda interessa che abbia delle qualità umane, non gli farà fare certo un compito scritto per verificare se conosce un determinato articolo di una legge. Bisognerebbe ispirarsi al senso della realtà”.

Concorso dirigente annullamento, se confermato sarà a livello nazionale. Ecco i motivi e il testo della sentenza [PDF]

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