Concorso a cattedra, commissari in ostaggio

Di Lalla
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Lalla – Riceviamo in redazione il commento di una docente che, stanca a causa della sovrapposizione tra impegno quotidiano a scuola e lavori per la correzione delle prove scritte del concorso docenti, vorrebbe rinunciare all’incarico. Ma l’USR (omettiamo la regione) ne ostacola le dimissioni.

Lalla – Riceviamo in redazione il commento di una docente che, stanca a causa della sovrapposizione tra impegno quotidiano a scuola e lavori per la correzione delle prove scritte del concorso docenti, vorrebbe rinunciare all’incarico. Ma l’USR (omettiamo la regione) ne ostacola le dimissioni.

"Ho incautamente accettato la nomina a far parte di una sottocommissione di concorso portando a termine con grande fatica la correzione degli scritti.

Nella pausa incredibilmente lunga (più di venti giorni) che precede la pubblicazione degli esiti nella mia Regione (ma perchè i titoli di accesso non sono stati controllati prima.?…) ho contattato l’USR per far presente la impossibilità a portare avanti gli adempimenti (riunioni,preparazione tracce,..) dal momento che lavoro regolarmente nella Scuola dell’Infanzia fino al 30 giugno.

La correzione degli scritti ha richiesto un lavoro quasi quotidino compresi i sabati a giornata intera; la disorganizzazione è totale: la sede in cui è avvenuta la correzione non è stata subito disponibile per il numero di ore necessario a finire il lavoro in tempi più ragionevoli, dal momento che non vi sono soldi per pagare gli operatori che tengano aperta una scuola in orario preserale o al sabato…..

Le operazioni sono partite in ritardo e la disorganizzazione è incredibile.

Mi sono sentita rispondere che al momento non è più possibile rinunciare alla nomina per un lavoro la cui fine nessuno riesce a ipotizzare dal momento che non ci si è posto il problema della ricerca di una sede adeguatamente aperta…….Sono valutabili (ma da chi) solo esigenze di salute…."

ndr – Riteniamo che la risposta dell’USR sia stata informale, dettata dall’esigenza di concludere le procedure concorsuali nei tempi stabiliti, magari facendo riferimento a quello "spirito di servizio" con cui un’altra collega è stata chiamata per svolgere l’incarico nei mesi estivi, pur di far fronte a problematiche purtroppo non facilmente risolvibili. Ma le dimissioni rimangono un diritto imprescindibile per la collega.  

Concorso docenti, i commissari spronati allo "spirito di servizio" per trascorrere l’estate a valutare gli aspiranti prof.

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