Concorso a cattedra Veneto: non si assumono nemmeno i vincitori. Lettera

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Gentile Orizzonte Scuola
Volevo richiamare l’attenzione in merito alla mancata pubblicazione delle graduatorie di merito per le nostre classi di concorso B-20 (Laboratorio di Cucina) nonostante sia passato più di un mese dalla fine delle prove orali.

Ciò evidenzia una chiara presa di posizione all’antitesi della legge 107, della sentenza Mascolo presso la corte europea, nonché disomogenea rispetto alle altre regioni.

Visto e considerato che il concorso ha avuto l’unico obbiettivo, riuscito o meno, di valutare le capacità di insegnamento dei partecipanti, e di stabilizzare chi lo avesse superato, non si capisce come si stia deliberatamente decidendo di non pubblicare la nostra graduatoria di merito, bloccando per almeno un anno la nostra sudata e meritata stabilizzazione.

Ad oggi, nonostante siamo tutti abilitati e vincitori di concorso, con una media di 10 anni di insegnamento sulle spalle, ci troviamo ancora a lavorare come precari su cattedre fino all’avente diritto o, per dirla con altre parole, supplenti di noi stessi. Ci troviamo ancora una volta in uno stato di precarietà che ai nostri occhi sembra sempre più infinita e che evidenzia quanta poca considerazione si ha, purtroppo, per una intera generazione di docenti bistrattata come poche e che ancora entra in aula, nonostante tutto e tutti.

In una recente intervista la Dirigenza dell’U.S.R. Veneto ha dichiarato che è impossibilitata a porre in essere le immissioni in ruolo previste per legge a causa dei numerosi ricorrenti. Questa linea di decisione non ha avuto seguito in quasi tutte le altre regioni, anch’esse, ovviamente, destinatarie dei medesimi ricorsi suddetti. Forse il Veneto non fa più parte dell’Italia ma non l’ha comunicato a nessuno?

Questa decisione, tra le altre cose, non tiene conto di un’enorme minaccia. A breve, probabilmente, uscirà una sentenza favorevole all’immissione in GAE per i non vincitori e/o partecipanti al concorso. Tradotto in altre parole, può succedere che candidati veneti o di altre regioni, ripeto, non destinatari di immissione o non vincitori del concorso, potrebbero di fatto scavalcare noi vincitori di concorso, ad oggi assunti da terza fascia di Istituto e fino ad avente diritto, mandandoci quindi “a casa” cedendo il posto ai non vincitori di cui sopra.

Tengo per ultima, ma non ultima, la questione del danno economico che il ritardo di un anno nell’assunzione porta sia in termini stipendiali che contributivi.

A tutto c’è un limite però…

Passi che dopo dieci anni di servizio si ordini, promettendo una futura immissione in ruolo, l’espletamento di una costosa, sia in termini economici, mentali e logistici, abilitazione universitaria.

Passi che poi si cambino le carte in tavola e ci si aggiunga un concorso, che per le nostre classi di concorso a contenuto estremamente tecnico non fu più richiesto, ai fini del ruolo, fin dal ’92.

E ora? Quale inghippo o ideologia impedisce la nostra assunzione?

Non sarebbe il caso di smetterla di giocare al gioco delle tre carte con la vita di professionisti, e famiglie al seguito, ed iniziare a restituire un minimo di decenza e serietà?!

Prof. (stanco) Filippo Canton

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