Concorso a cattedra, candidata esclusa per malfunzionamento piattaforma informatica. Illegittima

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L’Esclusione dalla procedura concorsuale dovuta al malfunzionamento del sistema informatico che impedisca la presentazione della domanda di partecipazione viola il principio del “soccorso istruttorio”.

Il contenzioso trae origine dal caso di una ricorrente che non era riuscita a presentare telematicamente la domanda di partecipazione al concorso per abilitati di cui al d.m. n. 995 del 2017 e al d.d.g. n. 85 del 2018 a causa di malfunzionamenti del sistema all’uopo predisposto. Tali malfunzionamenti avevano peraltro già determinato lo slittamento del termine finale di invio della domanda.

Il TAR accogliendo integralmensete la tesi difensiva dell’Avv. Maria Rosaria Altieri ha stabilito che la condotta del MIUR di esclusione dalla procedura concorsuale viola il principio del “soccorso istruttorio” di cui all’art. 6 della L. n. 241/90. Ciò in quanto la scadenza del termine di presentazione della domanda non può essere considerata alla stessa stregua della scadenza del termine di presentazione nell’ambito di un tradizionale procedimento cartaceo, in cui eventuali problematiche (ad esempio, scioperi aerei, incidenti etc.) rientrano nella comune sfera di diligenza dell’interessato.

Nel caso di domande telematiche, infatti, le variabili non sono “quantificabili” neanche da parte di soggetti più che competenti.

Né l’aver iniziato la procedura di inserimento dei dati in prossimità della scadenza esclude il dovere di “soccorso istruttorio” dell’amministrazione, in considerazione del fatto che i titoli spendibili possono essere acquisiti fino alla data di presentazione della domanda.

La circostanza poi che la concorrente, lo stesso giorno di scadenza della domanda, avesse provveduto ad inviare la domanda cartacea dimostra come la stessa abbia agito conformemente ai dettami dell’art. 1227 c.c. usando l’ordinaria diligenza per evitare quanto meno l’aggravarsi del danno. Invero, secondo le argomentazioni svolte dall’Avv. Altieri il TAR ha valorizzato la tesi che vede detto potere di regolarizzazione come strumento di correzione dell’eccessivo rigore delle forme.

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