Concorso 2018, un anno perso per assunzione docenti abilitati. Lettera

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Inviato da Docenti precari Ad04 Toscana – Nel concorso 2016 il numero delle bocciature è stato elevatissimo e certamente non a causa della preparazione dei docenti.

Il concorso 2016 è stato pensato male, ha avuto esiti diversissimi a seconda della regione in cui si concorreva e non ha contribuito a risolvere il problema del precariato.

Proprio per sanare le ingiustizie del 2016 è stato previsto per i soli abilitati il cosiddetto “concorso transitorio” e, pur contestando il concorso come forma di reclutamento per docenti come noi, già valutati e impegnati da anni nello svolgimento della professione, abbiamo accettato, nostro malgrado, di sottoporci all’ennesima “valutazione”.

Ed ecco la beffa: pur avendo estratto la lettera verso la fine di giugno, gli orali sono stati fissati per settembre privandoci della possibilità di cominciare il terzo anno di FIT nel 2018, ormai partirà nell’anno scolastico 2019-2020.

Abbiamo dovuto accettare questo slittamento perché purtroppo la nostra volontà conta poco; ma non basta, pochi giorni fa, non si sa bene per quale ragione, è venuto meno anche il calendario delle prove giacché è stato annullato con avviso sul sito dell’USR Toscana.

Lo slittamento del FIT all’anno 2019-2020, oltre a creare disparità con i colleghi di altre regioni che inizieranno il Fit nel 2018, potrebbe comportare complicazioni e ingiustizie. Infatti sono in atto ricorsi da parte di laureati non abilitati per partecipare al transitorio a noi riservato e sono purtroppo accolti nella maggior parte dei casi.

La partecipazione di non abilitati, seppur in via cautelare, altererebbe le procedure concorsuali sia in termini di tempo per l’espletamento del medesimo sia in termini di posti. Insomma, in poche parole, non solo slitta la partecipazione al FIT, ma molti posti, che di diritto ci spettano (in quanto abilitati e con molti anni di servizio), potrebbero andare ai ricorsisti.

Sono anni che svolgiamo il nostro lavoro con serietà e dedizione, non troviamo giusto essere abbandonati nel limbo di un’attesa infinita. Non garantire l’incontro tra domanda e offerta lavorativa vuol dire non rispettare il lavoro dei docenti, il buon apprendimento degli alunni, privati dell’adeguata continuità didattica, e la serenità delle loro famiglie. Speriamo in un intervento delle Istituzioni affinché si trovi presto una soluzione per tutelare gli abilitati dello Stato.

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