Concorsi e TFA: lettere in redazione

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Lalla – Lettera dei Cobas Venezia, ma anche di molti lettori che offrono interessanti spunti di riflessione.

Lalla – Lettera dei Cobas Venezia, ma anche di molti lettori che offrono interessanti spunti di riflessione.

Profumo di concorsi e puzza di guerra tra poveri
Stefano Micheletti Cobas Venezia – Le recenti esternazioni del neo-ministro dell’istruzione F. Profumo, sulla necessità di rinnovare e ringiovanire il corpo docente delle scuole di ogni ordine e grado, potrebbe far ridere. La conseguente dichiarata volontà di bandire un concorso per reclutare forze giovani farebbe appunto ridere, se non facesse piangere gli oltre duecentomila precari della scuola – già invecchiati in anni ed anni di supplenze.

Sarò scavalcato da chi non ha superato l’ammissione Ssis negli anni passati?
Michael – Gentile Redazione, Ho appena letto diversi articoli pubblicati in questi giorni sulle linee programmatiche del nuovo Ministro dell’istruzione e sono rimasto esterrefatto per l’ipotesi di riservare una quota dei posti disponibili nel prossimo concorso ai cosiddetti "giovani" in procinto di iniziare il fantasmagorico tirocinio formativo attivo.

Che senso ha fare abilitare con le vecchie classi di concorso?
Gruppo Insegnanti Precari Scuola Superiore – Al Ministro e ai Sindacati: La Riforma delle Superiori è stata attuata fin’ora solo tagliando ore di studio, cattedre,affollando pericolosamente le aule sia a livello fisico che dell’apprendimento, per il resto rimane a metà in quanto le classi di concorso non sono ancora unificate e ciò potrebbe comportare gravi disagi sia a livello organizzativo scolastico, che come danno per noi docenti già danneggiati, spazzati via da tagli e scavalcamenti.

Negare l’abilitazione ad un docente che risulta idoneo, solo per questione di numero, è la cattiveria più forte che si possa fare
Marina M. – Buongiorno, sono una docente. Non considerata precaria, eppure ho quasi raggiunto i famosi 360 giorni… Eppure rimango invisibile, se non vengo chiamata "precaria" ma "supplente", il problema "precari" pare risolto. Ma non basta cambiare terminologia per non creare precariato. Contano i fatti. E tutti i docenti che svolgono supplenze, abilitati e non, vanno considerati precari.

Una voce fuori dal coro: precari, basta lamentele!
Stefano – Gentile redazione, vorrei uscire un po’ fuori dal coro (anche in modo un po’ polemico, lo ammetto), pur trovandomi anch’io nella situazione di precario in attesa di abilitazione, appartenendo a quella "zona d’ombra" di insegnanti con i famosi 360 giorni di insegnamento alle spalle.

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