Compiti per le vacanze di Natale? Aperto il dibattito

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"Hai fatto i compiti?", " … prima fai i compiti", "Non hai ancora fatto i compiti…". Come si pongono gli insegnanti di fronte a queste frasi così comuni nelle case dei nostri alunni più piccoli? Come conciliare il riposo fisico e mentale con l'esigenza di rientrare a scuola senza disperdere quanto appreso nella prima parte dell'anno scolastico?

"Hai fatto i compiti?", " … prima fai i compiti", "Non hai ancora fatto i compiti…". Come si pongono gli insegnanti di fronte a queste frasi così comuni nelle case dei nostri alunni più piccoli? Come conciliare il riposo fisico e mentale con l'esigenza di rientrare a scuola senza disperdere quanto appreso nella prima parte dell'anno scolastico?

Ad aprire il dibattito, in maniera significativa, lo scorso anno l'ex Ministro Carrozza che rivolgendosi agli studenti durante una manifestazione a Pisa, li ha invitò“a convincere gli insegnanti a non farsi dare troppi compiti per le vacanze di Natale per trovare il tempo di dedicarsi alla lettura” . Dunque, il suggerimento della lettura di un buon libro al posto di esercizi sugli stessi libri già in utilizzo durante i giorni feriali.

Un invito che un il gruppo di insegnanti riunito nel Gruppo di Firenze intese come "deligittimazione dell'insegnante"

Ad avvalorare l'ipotesi di una contraddizione in termini nell'assegnazione dei compiti per le vacanze una ricerca condotta dal portale Skuola.net, secondo la quale 1 docente su 2 non controlla i compiti assegnati per casa.  Forte di ciò, uno studente su 4 non ha aperto i libri, 1 su 3 ha copiato dal web e l'8% s'è fatto aiutare dai genitori. Compiti per le vacanze, docenti assegnano ma non controllano e chiudono un occhio

E c'è, come il nostro lettore Maurizio Parodi propone una "autodifesa della famiglia"

"Si ritiene pertanto opportuno suggerire il ricorso a misure di protezione del minore, e autodifesa della famiglia, a partire dalla consegna ai docenti di una “dichiarazione del diritto alla vacanza” che potrebbe essere formulata in questo modo:

Con la presente informo che mio figlio non svolgerà i compiti assegnati per le vacanze,
– perché come tutti i lavoratori (e quello scolastico è un lavoro oneroso e spesso alienante) ha “diritto al riposo e allo svago” – diritto inalienabile sancito dall’Articolo 24 della dichiarazione dei diritti dell’uomo;
– perché le vacanze sono degli studenti e non (solo) dei docenti, ai quali nessuno si permetterebbe di infliggere un simile castigo;
– perché così potrà finalmente dedicarsi, senza l’assillo di magistrali incombenze, a occupazioni creative e ricreative, dalla scuola trascurate o ignorate;
– perché insieme potremo fare piccole e grandi cose, divertenti, appassionanti, quelle che l’impegno scolastico (protraendosi a dismisura oltre l’orario di lezione) non permette;
– perché starà con gli amici al mare, in montagna, nella natura, all’aria aperta dopo essere stato recluso per ore, giorni, mesi (interminabili) in aule anguste, disadorne, quando non addirittura squallide, asfittiche (vere e proprie aree di compressione psichica);
– perché leggerà per piacere e non per dovere;
– perché giocherà moltissimo.
La responsabilità di tale decisione è solo mia e l’assumo in quanto legittimo esercente della potestà famigliare, perciò non potrà essere motivo di qualsivoglia azione o provvedimento, meno che mai disciplinare."

e sullo stesso tono un altro commento " Le assicuro che i compiti delle vacanze sono spesso fonte di liti fra genitori e fra genitori e figli, aboliamoli e cerchiamo piuttosto di far lavorare bene i ragazzi durante l'anno."

Ferma restando la libertà e l'autonomia nell'organizzazione del proprio lavoro, pensi che questo aspetto avrebbe bisogno di una regolamentazione o Linee Guida specifiche?

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