Compiti per le vacanze: incubo per oltre 6 milioni di alunni e un costo per i genitori

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Italo Farnetani, pediatra di Milano, dal 2004 si batte contro i compiti delle vacanze ed è intervenuto ancora sull'argomento, parlando anche dei costi: si parla di una spesa di 200 mln di euro tra libri e quaderni, il 5% in più rispetto all'anno passato.

Italo Farnetani, pediatra di Milano, dal 2004 si batte contro i compiti delle vacanze ed è intervenuto ancora sull'argomento, parlando anche dei costi: si parla di una spesa di 200 mln di euro tra libri e quaderni, il 5% in più rispetto all'anno passato.

"Sono inutili, perfino dannosi per i ragazzi, e costosi per le famiglie. Inoltre quasi nessuno li controlla al rientro a scuola. Ecco perché – spiega – quest'anno rivolgo un appello agli insegnanti alle prese con le ultime verifiche: non assegnate i compiti per le vacanze", dice il pediatra.

Consiglia invece "'allenamenti' su tablet e smartphone durante le ferie, perché stimoleranno le capacità descrittive e quelle di sintesi, senza essere un peso per i giovanissimi, ma un divertimento.

Per Farnetani "i compiti sono una vera piaga: un obbligo assolto con poco entusiasmo dagli alunni, sempre su stimolo dei genitori, in un momento dell'anno in cui invece dovrebbero stare all'aperto, giocare, riscoprire la natura, le amicizie, la famiglia e persino la noia. Invece temi e problemi diventano un 'tormentone' estivo per il 62% degli studenti, che se li centellina da giugno a settembre. Parliamo di 3 milioni 900 mila alunni, a cui davvero sembra che i compiti non finiscano mai".

Ci sono anche gli 'irriducibili': "In genere più grandicelli, rappresentano il 2% degli studenti e hanno ormai deciso di non fare i compiti". Una ribellione che accomuna circa 125 mila ragazzi, "di cui però non si accorge nessuno: perché sono pochissimi gli insegnanti che controllano il lavoro svolto. Anche per questo dico da anni di abolire i compiti: imporre qualcosa senza verificare se viene fatta è controproducente per chi è stato ligio, ma anche per i ribelli. Inoltre la vacanza, come insegna il nome, deve essere un periodo di 'vuoto' dagli impegni, di riposo, giochi, divertimento, fantasia. Fuori dalle mura scolastiche i giovanissimi imparano a conoscere il mondo, a fare amicizia, a riscoprire i famigliari, a diventare autonomi. E' un momento importantissimo, cruciale per lo sviluppo di passioni e personalità".

Si può dimenticare il lavoro svolto in classe? "Noi abbiamo una memoria e breve termine e una a lungo termine, dunque se le nozioni sono state ben fissate, basterà un veloce ripasso a settembre per farle riemergere. Inoltre in un periodo di crisi – dice il pediatra – trovo davvero assurdo far spendere tanto denaro alle famiglie per i compiti delle vacanze. Piuttosto, lascerei del tempo ai ragazzi con tablet, smartphone e pc: in questo modo fanno un esercizio linguistico, imparano a condividere, possono fare piccole ricerche, scrivono tanto, e lo fanno volentieri. Il nostro è ormai un mondo digitale, e occorre adeguare anche l'approccio didattico".

Secondo il pediatra "costringere un ragazzino a leggere un libro scelto da un adulto, mentre un compagno mangia un gelato e un altro gioca a pallone, non aiuterà a trasmettere la passione per la lettura. Se si amano le storie e le avventure, via libera ai 'vecchi' testi, altrimenti oggi i ragazzi possono scoprire il mondo anche con un clic. Capirlo e guidarli, condividendo questa esperienza e parlandone insieme, può essere utile anche ai grandi".

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