Compiti per casa, aboliamoli per legge. Lettera

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a cura di Nino Cinquemani – L’argomento COMPITI SCOLASTICI PER CASA è stato da sempre assai ostico e controverso per le diverse componenti che ne sono state interessate:

docenti, studenti, genitori e la stessa Istituzione scolastica, poichè non si è riusciti a trovare un sentire comune fra tutti su questa consuetudine dei compiti per casa che ne stabilisse, una volta per tutte, la ragion d’essere. Nello specifico, sarebbe stato necessario trovare una intesa sulle seguenti questioni :

  • La utilità, la inutilità, o la dannosità dei compiti per casa.
  • SE questa consuetudine sia da abolire tout court, o da tenere in vita in forme più o meno contenute.
  • Quale quantità di compiti per casa sia comunque accettabile.
  • Se i compiti per casa vadano controllati e valutati dai docenti oppure no.
  • Se possano essere assegnati compiti da eseguire anche in periodi di vacanze.
  • E, qualora se ne riconoscesse una certa utilità, cosa impedisce ai docenti oggi di coordinarsi tra loro ed assegnarne una quantità meno onerosa e più sopportabile.

La situazione attuale, in considerazione anche del fallimento dei tentativi del passato, sembra senza una prospettiva di soluzione poichè si verifica che

a) Studenti e genitori avvertono un disagio sempre più insopportabile a causa della quantità eccessiva di compiti per casa.
b) Detto disagio viene rappresentato a più riprese ai docenti da parte dei genitori affinchè provvedano almeno a ridurre il carico dei compiti, ma senza un risultato.
c) I docenti sembrano mostrare comprensione assicurando un coordinamento fra colleghi per alleggerire il carico: coordinamento che di fatto non viene attuato e la quantità di compiti risulta sempre eccessiva.

I compiti per casa, assegnati dai docenti con le modalità attuali, costituiscono un elemento di attrito e incomprensione nei rapporti scuola-famiglia. E, a causa di questi, non risultano migliori i rapporti genitori-figli. Da parte dei genitori infatti si elenca tutta una serie di aspetti negativi che ostacolano la serena vita familiare nei seguenti termini : conflitti e incomprensioni tra genitori e figli ; impossibilità di trovare il tempo per aiutare i figli; non sufficiente competenza per dare assistenza; mancanza di mezzi economici per supplire con ripetizioni private a pagamento. Gli studenti a loro volta pretendono di essere aiutati ; lamentano di non avere il tempo necessario per eseguire tutti i compiti; di non potere svolgere altre attività di tempo libero ; di subire uno stress insopportabile ; di avvertire una certa avversione per la scuola in generale se sono costretti a rinunciare alle esigenze ludiche e di svago proprie del loro status di minori.

Questa situazione di stallo e di disagio suggerisce alcune riflessioni che sottoponiamo ad una valutazione serena e non preconcetta ai docenti, studenti, genitori, dirigenti ed autorità scolastiche del MIUR :

1) La funzione docente, che prevede la formazione dell’uomo e del cittadino nonché l’attuazione della attività didattica per l’apprendimento delle diverse discipline, si realizza per contratto nell’ambito dell’orario di servizio e nei locali messi a disposizione dall’istituzione scolastica. Il che vuol dire che non è previsto da nessuna norma che il docente possa disporre autorevolmente ( con l’assegnazione di compiti per casa) del tempo che appartiene esclusivamente a studenti e genitori, al di là dell’orario dello obbligo strettamente scolastico
2) Quindi sembra logico che i compiti di verifica vadano realizzati a scuola sotto la guida del docente in quanto conoscitore dei singoli allievi, guida e facilitatore di apprendimento, nonchè responsabile del raggiungimento degli obiettivi didattici. Assegnare i compiti per casa di fatto significa delegare ad altri parte della propria funzione docente; sottrarre agli allievi quel tempo libero che dovrebbe servire loro, per solenne riconoscimento dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia ( art, 31 ), al riposo, allo svago, alle attività ludiche, sportive e di valorizzazione di specifiche inclinazioni attitudinali.
3) Questa sorta di delega ad altri della propria funzione significa anche coinvolgere e impegnare indirettamente i genitori le cui risorse culturali ed economiche non sono mai dello stesso livello. In tal modo il risultato finale, in termini di successo scolastico, sarà di sicuro vantaggio per gli allievi le cui famiglidi migliori condizioni culturali ed economiche e di svantaggio Pertanto, se assegnare compiti per casa da parte dei docenti, al di la’ di ogni buona intenzione e in buona fede, si traduce di fatto in una semplice presa d’atto della esistenza di disuguaglianze sociali, culturali ed economiche ,senza nulla fare didatticamente per rimuovere dette diseguaglianze, allora possiamo concludere che la Scuola Pubblica non assolve pienamente il suo ruolo formativo come osserverebbe opportunamente il grande illuminato educatore Don Lorenzo Milani fondatore della Scuola di Barbiana.
4) Poichè sull’argomento il dibattito langue o si ferma alle piccole scaramucce verbali tra genitori e docenti senza mai pervenire ad una soluzione chiarificatrice e soddisfacente, si ha la sensazione che le autorità scolastiche a livello locale e nazionale si siano disinteressate alla problematica dei compiti per casa . Ed invece non è del tutto cosi’ poiché esiste una normativa ministeriale che da’ alcune direttive.

La C.M. 20 febbr. 1964 , n° 6, pur riconoscendo la positività teorica di un ripensamento individuale degli studenti, attraverso esercitazioni a casa, tuttavia mette in guardia su possibili aspetti negativi :
“ Costringere i giovani ad aggiungere alle 4 0 5 ore, altrettante o anche più ore di studio a casa, oltre agli eventuali riflessi dannosi sotto il profilo igienico…contribuisce a determinare una preparazione lacunosa…… ……L’esigenza di dosare opportunamente il lavoro scolastico non concerne soltanto i compiti da eseguire a casa , ma anche quelli da eseguire in classe…”….etc.

La C.M. 30 ottobre 1965 n°431 cosi’ recita :
“ Un sovraccarico degli impegni di studio o la concentrazione di essi in alcuni giorni nuoce alla salute dei giovani , sia al processo di maturazione culturale “….

La C.M. 14.maggio 1969 n° 177 affronta il riposo festivo degli alunni.
“ Questo Ministero è venuto nella determinazione di disporre che agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo non vengano assegnati compiti scolastici da svolgere a casa per il giorno successivo a quello festivo di guisa che nel predetto giorno non abbiano luogo, in linea di massima, interrogazioni degli alunni “

Nel 2006 / 2008 il Ministro P.I. Fioroni ebbe a dichiarare in TV La7 “ che i compiti dovrebbero essere svolti prevalentemente in classe, in modo che a casa i ragazzi possano interessarsi anche ad altro : sport, gioco, varia socialità, natura….”

5) Alcuni Paesi europei( Finlandia, Danimarca, Svezia ) hanno da tempo provveduto a vietare per legge ai docenti di assegnare compiti per casa; in Francia tale divieto entrera’ in vigore a partire dal prossimo mese di settembre 2018. A quando in Italia un analogo provvedimento ?

6) La conclusione non puo’ che essere una sola: la tematica dei compiti scolastici per casa non puo’ essere liquidata col silenzio della Istituzione scolastica e senza una regolamentazione che impedisca l’arbitrio e l’abuso di potere a danno dei giovani studenti e dei genitori che ne subiscono di riflesso le conseguenze.

Est modus in rebus…….. se prevale il buon senso e la moderazione, sarà un bene per tutti. In caso contrario resta la responsabilità dei Dirigenti Scolastici che dovranno porre in essere provvedimenti mirati anche in applicazione delle direttive delle citate CC.MM.

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