Compiti per le vacanze contro Convenzione diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Lettera

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inviato da Maurizio Parodi – I compiti per le vacanze contraddicono i più elementari principi pedagogici e precludono il “diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…” riconosciuto al bambino e al ragazzo dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ratificata dallo Stato italiano il 27 maggio 1991, con legge n.176; in altre parole, violano una legge che impone il rispetto di bisogni fondamentali cui la “superiore” pianificazione del calendario scolastico intende garantire tutela formale e sostanziale: se il MIUR stabilisce per gli studenti (non per i docenti) periodi obbligatori di vacanza, cioè di riposo, ricreazione, svago, questi devono essere rispettati. L’assegnazione dei compiti impedisce il godimento della vacanza perciò si deve ritenere illegittima.

Il principio deve essere chiaro: non si tratta di auspici peraltro pedagogicamente commendevoli, ma dei diritti sanciti dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite che non devono essere limitati o vanificati e che possono essere invocati nel caso il cui azioni, comportamenti pratiche individuali, sociali o istituzionali ne affievoliscano o pregiudichino il godimento. Se i compiti a casa impediscono agli studenti di riposare, giocare, ricrearsi, avere tempo libero da dedicare ad “altre” attività, ebbene si configura non solo la patente e riprovevole ignoranza di elementari principi di igiene mentale e fisica (sintomo di una spaventosa mancanza di umana sensibilità), ma anche un abuso gravissimo, passibile (e meritevole) di denuncia formale, da rivolgere ai responsabili del servizio scolastico, ai garanti dei diritti di bambini e adolescenti, ai tribunali dei minori…

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