Compiti delle vacanze utili, inutili o da cambiare? Intanto il 46% degli studenti decide in autonomia di non farli

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Giulia Boffa – Luigi Berlinguer, ministro della Pubblica istruzione dal 1996 al 2000, non ha dubbi: il ministro Carrozza ha ragione sui compiti delle vacanze, i ragazzi devono leggere e avere un momento di svago e di riposo, senza perdere per questo la funzione educativa delle vacanze. Lo afferma in un articolo su "Il messaggero".

Giulia Boffa – Luigi Berlinguer, ministro della Pubblica istruzione dal 1996 al 2000, non ha dubbi: il ministro Carrozza ha ragione sui compiti delle vacanze, i ragazzi devono leggere e avere un momento di svago e di riposo, senza perdere per questo la funzione educativa delle vacanze. Lo afferma in un articolo su "Il messaggero".

Secondo l'ex ministro la scuola deve cambiare, deve diventare la "scuola della gioia", dove al di là dell'orario scolastico solo al mattino, si creino occasioni per imparare anche in altri momenti della giornata, senza costrizione, come nel gioco, nello sport, nell'andare ad una mostra o ad un concerto.

Bisogna superare la logica, dice Berlinguer, della scuola solo dei banchi, deve essere anche una scuola della curiosità; i docenti devono essere degli allenatori più che trasmettitori di conoscenze, come avviene già in altri Paesi e come già fanno alcuni docenti in Italia, ma non devono rimanere solo delle eccezioni. Va riconosciuto il ruolo sociale degli insegnanti e una adeguata retribuzione per i miracoli che compiono, afferma l'ex ministro.

Ma oltre a Berlinguer, felici dell'affermazione del ministro Carrozza sono gli studenti ed i genitori.

Sono soprattutto le mamme, che il ministro definisce "lobby" e dalla cui parte si schiera senza riserve, ad essere felici di liberarsi dall'ossessione dei compiti, anche se nessuno auspica la loro completa abolizione.

"Il ministro dice di alleggerire i compiti, non di abolirli – osserva Antonio Affinita, direttore generale del Moige, movimento italiano genitori – I compiti d’estate servono a mantenere allenata la mente. Un minimo di allenamento occorre sempre. Il problema sono le vacanze troppo lunghe. "

Un "piano di formazione per i docenti" viene chiesto da Davide Guarneri, presidente nazionale dell’Age, associazione italiana genitori: "D’accordo nel merito con Maria Chiara Carrozza. Però il problema è che quanti compiti dare agli alunni lo decidono gli insegnanti. I docenti devono lavorare sulla didattica, meno legata ai programmi e più capace di sviluppare anche competenze trasversali negli studenti. In questo modo pure una gita in montagna permette di imparare molto. E aiuterebbe a ridurre il bisogno di compiti estivi".

Anche i dirigenti scolastici concordano su una diversa modalità: "È la qualità del compito che fa la differenza. Sono d’accordo con il ministro, purtroppo alle volte c’è un appesantimento inutile – osserva Francesca Berardinelli, dirigente dell’Istituto comprensivo Pescara 5 – Quello che occorre è saper dare compiti che siano significativi. Ma non possiamo farne a meno. Il ragazzo deve consolidare il lavoro fatto in classe".

Dalla parte del Ministro Carrozza si schiera anche Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma,  che sostiene  che l’estate "è sicuramente il periodo più adatto per stimolare i ragazzi alla lettura".

In realtà non molti la pensano così, ritenendo che il periodo delle vacanze sia meglio dedicarlo allo svago all'aria aperta, piuttosto che essere chini sui libri come già succede in inverno.

Ma gli studenti che non si pongono il problema sono il 46%, secondo il portale Skuola.net: tale è la percentuale di chi non fa i compiti per niente e il 12% ci pensa all'ultimo minuto.

 Anche all'estero il tema dei compiti è alquanto dibattuto.

In Francia Il primo ministro Hollande vuole abolirli, negli States invece una ricerca della Johns Hopkins University di Baltimora ha riportato invece in auge la loro utilità.

Secondo tale ricerca , il  66% dei docenti impiega a settembre tra le 3 o le 4 settimane di ripasso per riportare la classe ai livelli di prima con la  conseguenza che le scuole statunitensi ora sono costrette ad organizzare corsi estivi di allenamento per gli studenti, con i quali fanno fronte al «summer brain drain», la fuga estiva dei cervelli.

Il New York Times ha pubblicato in prima pagina la ricetta «matematica» del Gallaway District School del New Jersey: «Non più di dieci minuti al giorno per ogni anno di scuola che il bambino o ragazzo ha già frequentato».

Carrozza: fornire ai ragazzi una lista di libri affinchè durante le vacanze possano scegliere le proprie letture

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