Competenze come risultato di un intero percorso formativo. Lettera

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Inviato da A. Rivelli – Un curriculo per competenze è il vero strumento orientativo e formativo.

Le discipline sono dinamiche flessibili e in continua evoluzione, sono strumento di indagine e operatività incessante e continua ricerca. Tutta l’evoluzione della conoscenza è frutto di tale attività, impegnata a conoscere per necessità e ad offrire al mondo il risultato della sua esperienza di ricerca e di riconoscenza.

L’analisi storica offre un criterio organizzativo indispensabile per le scuole che progettano percorsi di apprendimento; è necessario far conoscere partendo da bisogni reali che impegnano la mente in itinerari completi di soluzione e poter consentire alla mente di trasformare le potenzialità personali in competenze trasversali spendibili in una società sempre più complessa e competitiva ed individuare in ciascuna disciplina le potenzialità orientative e formative.

I contenuti delle discipline esplicitano (e talora esaltano) l’attività del soggetto che apprende, il modo in cui acquisisce i punti di vista, le modalità d’indagine e gli specifici linguaggi nei diversi campi del sapere scientifico.
La disciplina come risposta porta la distinzione tra il generale e il peculiare, un processo graduale che inizia nella scuola dell’infanzia, prosegue nella scuola primaria sviluppando forme di organizzazioni dell’esperienze e delle conoscenze in base ad una consapevolezza delle categorie presenti nelle discipline; e negli ultimi due anni porta la consapevolezza dei diversi linguaggi disciplinari ( traguardi raggiunti ), finché nella scuola secondaria si consolida la cura sistematica delle discipline ( le competenze chiavi o trasversali).

Le discipline acquistano un valore strumentale ai fini delle Competenze da raggiungere o dei traguardi di competenza; questo è molto di più della conoscenza; è ragionare in termini esportabili nel vissuto di analisi sociale.
Perché per lo sviluppo della persona competente è indispensabile l’unitarietà delle discipline?

La scuola in quanto istituzione con una precisa destinazione e di scopo e quindi con il preciso compito di progettare e realizzare interventi intenzionali e sistematici, non può assolutamente mirare all’unità personale degli alunni; deve adottare per tutti gli strumenti predisposti il criterio dell’unitarietà; applicare il criterio dell’unitarietà alle discipline comporterà per i docenti progettare percorsi interdisciplinari ( compiti unitari ) in nome sia dell’unità della mente sia della cultura; per le risorse docenti equivale a realizzare quella collegialità tecnica ( consiglio di classe o team ) come prodotto multidisciplinare di forze professionali, dal quale viene investito ogni docente ( libertà di insegnamento ) nelle forme più alte di corresponsabilità e tutto il sistema organizzativo dell’istituto, che va inteso nei termini reali di un sistema strategico proteso unitariamente verso lo scopo istituzionale del successo formativo garantito all’alunno.

Questo coincide con l’acquisizione di competenze capitalizzate e spendibili. La competenza rinvia alla pratica dell’unitarietà. Dal latino (cum = con, assieme; e petere = chiedere per ottenere ) competenza significa esigere emettere assieme discipline, docenti, occasioni plurime diversificate di crescita unitaria raccordata dalla strategica collegialità tecnica dei progetti di formazione di qualità.

Il vero tesoro per lo sviluppo della persona competente sono le discipline considerate come potenti strumenti formativi e orientative, chiamate da Jacques Delors “bussole per la propria esistenza”, sicché l’esistenza è la logica orientativa e le discipline la logica formative.

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