Commissario esterno alla maturità: i possibili problemi dietro l’angolo. Lettera

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Inviato da Francesco Capodieci – Spettabile Redazione, come si poteva immaginare, la nomina dei presidenti delle commissioni giudicatrici degli esami di maturità si presenta, almeno in alcune regioni, alquanto problematica, visto che la scelta può ricadere, oltrechè sui dirigenti scolastici, su insegnanti con almeno dieci anni di ruolo, che non siano impegnati negli esami come membri interni.

Poiché quest’anno i sei commissari dovranno essere tutti docenti interni, la cerchia dei potenziali presidenti si restringe alquanto.

Se poi, nelle prossime settimane, le rinunce di quelli nominati risulteranno maggiori del solito – una previsione piuttosto verosimile, vista la situazione di emergenza che stiamo ancora vivendo – gli uffici scolastici regionali dovranno faticare non poco a trovare i sostituti entro le sedute preliminari del 15 giugno.

Questa prevedibile situazione critica avrebbe potuto essere molto ridimensionata se il Decreto Scuola dell’8 aprile e le successive ordinanze avessero previsto la nomina di un solo presidente per ogni scuola sede d’esame, anziché di un presidente per ogni due classi abbinate in commissione.

Si era già proceduto così nel quinquennio 2001/02 – 2005/06, allorchè le commissioni della Maturità erano composte come quest’anno da sei membri interni; non capisco perché stavolta si sia deciso di procedere diversamente.

E non capisco neppure perché si sia atteso fino al 16 maggio per emanare l’ordinanza con le specifiche modalità di svolgimento del colloquio orale – assai diverse rispetto agli anni scorsi -, ingenerando per tante settimane dubbi e incertezze fra gli studenti, ma anche fra noi insegnanti, cui è stato dato un tempo troppo breve per prepararli adeguatamente alla prova.
Cordiali saluti.

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