Come valutare i progetti scolastici, una proposta

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Valutare i progetti scolastici, a fine anno, è diventato, nel corso degli ultimi anni, una operazione sempre più diffusa. In parte per assolvere alle sempre più frequenti richieste che vanno in questa direzione, vuoi anche per il fatto che progetti e referenze, spesso, sono retribuiti dal Fondo di Istituto, e in parte anche per un riconosciuto valore per chi conduce e realizza progetti di monitoraggio nell’azione di analisi e riflessione proposta dalla ricerca valutativa stessa.

La valutazione da parte del collegio dei docenti che, talvolta, si esaurisce in una presa d’atto di ciò che ha caratterizzato l’anno scolastico appena trascorso, rappresenta, pur tuttavia, e per fortuna, una operazione strettamente congiunta al lavoro progettuale, consentendo di metterne meglio a fuoco le ipotesi e gli obiettivi e di riorientare in modo più efficace il progetto a partire dall’osservazione dei suoi risultati, qualora si dovesse riproporre per l’anno a venire. E le referenze progettuali o d’area (talvolta eccessive e, peggio, mal gestite) si inseriscono in questo solco didattico e organizzativo,

La duplice valenza della valutazione a seguito di monitoraggio conclusivo

Alla valutazione si è data una duplice valenza. Da una parte quello di account (rendiconto) e dall’altra quello di learn (apprendimento). Valutare permette di dare conto di quanto posto in essere, particolarmente, allo stakeholder primario, il committente (che, nel caso della scuola, è sì il collegio dei docenti, ma con una chiara destinazione all’utenza (primaria e secondaria), ma allo stesso tempo di spingere verso l’apprendimento rispetto a quanto promosso.

Detto in altri termini valutare è un’azione che permette di “dare valore” a quanto fatto in un intero anno scolastico (talvolta), di tenerne memoria e di accrescere una azione ponderata che ne evidenzi validità ma anche criticità e ciascuna delle azioni possibili eventualmente finalizzate a migliorare gli interventi futuri nelle scuole. Così intesa è un’operazione che permette di favorire un reale impegno allo sviluppo e perfezionamento continuo di un progetto o delle referenze oggetto di monitoraggio conclusivo. Tanto più è adeguato il monitoraggio, quanto migliori sono le letture che si possono fare o esperire.

Il percorso metodologico

La valutazione, non dimentichiamolo mai, deve essere condotta perseguendo un approccio partecipato. Seguendo tale approccio, la scuola, servendosi della funzione strumentale appositamente definita, svolge una funzione di garanzia del metodo attraverso la quale si cresce, si addiviene a risultati adeguati alle attese e si migliora (quando si ha il coraggio di affrontare le criticità), appassionando, rendendole partecipi attivamente, tutte le parti nella definizione di dimensioni criteri e indicatori rilevanti per la valutazione (i referenti non devono essere semplici monitorati); e in una seconda fase invece una funzione di esecutore della valutazione di cui ne assume appieno la responsabilità di giudizio, pur avendo coinvolto largamente anche in questa fase gli stessi attori per un paragone sulle ipotesi di interpretazione che vengono elaborate.

Il disegno di valutazione articolato

La prima fase di lavoro, quella definitoria del monitoraggio, dovrebbe sempre essere dedicata alla definizione delle dimensioni, dei criteri e degli indicatori di ciascun intervento progettuale e delle referenze. L’interesse della Funzione strumentale dovrebbe essere concentrato su due aspetti: il prodotto (output) e i risultati (outcome).

Il primo aspetto dovrebbe riguardare la messa a fuoco di cosa è stato fatto dal progetto nel corso dell’anno scolastico di attuazione, in termini di azioni realizzate, destinatari raggiunti, risorse coinvolte e modalità di gestione.

Il secondo invece ha riguardato l’analisi di due dimensioni legate all’efficacia: il sostegno alla inclusione, con l’analisi della modificazione delle competenze, l’appagamento della mission, l’integrazione nella scuola…; e la trasferibilità e modellizzazione del progetto, circa l’elaborazione di strumenti, la coerenza con il quadro comunitario fissato, ad esempio, anche attraverso il piano di miglioramento, il piano triennale dell’offerta formativa e gli indicatori fissati dall’unione europea.

Un secondo aspetto metodologico a cui dobbiamo mirare, nelle nostre scuole, è quello di elevazione di un approccio multistakaholder alla valutazione, favorendo l’intreccio dei diversi punti di vista. Sugli e con gli stessi criteri, dovrebbero essere intercettate le “voci” di diversi interlocutori: beneficiati diretti, gli altri referenti delle scuole, i conduttori di ciascuno dei progetti, insegnanti degli altri laboratori… al fine di edificare una visuale sul progetto e sull’efficacia dello stesso o degli stessi, il più completo possibile e una analisi dei dati/informazioni fondata sulla diade concordanze/discordanze che, solitamente, fa paura.

La rilevazione

Il disegno di valutazione che le scuole devono impostare deve consentire di creare una valutazione che colga il punto di vista di tutti gli interlocutori del progetto (altri docenti, personale ATA, alunni, DS, genitori), in coerenza con l’approccio multistakaolder. I soggetti dovrebbero diventare concretamente fonti informative sugli indicatori che si intendono definire come elementi del disegno di valutazione. Pure i metodi e gli strumenti di indagine sono stati differenziati, tenendo conto delle peculiarità dei soggetti e di una quantità di variabili e di criteri posti a indagine. Per esempio la numerosità del campione, la utilizzabilità del tempo, la discrezione delle informazioni.

Metodi e strumenti di valutazione

Gli strumenti da utilizzare potrebbero essere: Questionari auto-compilati; Questionari auto-compilati; Interviste in profondità; Focus group; Interviste telefoniche; Questionari auto-compilati; Interviste in profondità. Sarebbe necessario avviarci alla raccolta dei dati attraverso interviste individuali faccia a faccia. Non solo questionari poco empatici. Nelle interviste, le aree indagate dovrebbero riguardare, ad esempio: il significato del progetto all’interno della scuola e per gli insegnanti curriculari; l’integrazione del progetto con la scuola (in termini di completamento con le attività scolastiche; di visibilità; di spazi appositamente dedicati allo svolgimento delle attività laboratoriali); le positività/criticità del progetto e della sua attuazione; le possibili aree di miglioramento.

I referenti scolastici

Bisognerebbe costruire delle autointerviste sotto forma di questionario con domande primariamente aperte, all’interno del quale dovrebbero essere predisposte una serie di quesiti volti ad rendere profondi alcuni aspetti fondamentali: la percezione sull’integrazione del progetto con le attività scolastiche curricolari; la visuale del progetto all’interno del proprio istituto e tra i docenti curriculari; il giudizio sugli aspetti logistico-organizzativi del progetto (spazi; strumenti/attrezzature …); il ruolo del referente nel progetto; punti di forza e criticità del progetto ed eventuali strategie di miglioramento.

Gli attori coinvolti

Per i gli attori coinvolti (gli alunni, gli insegnanti contitolari della classe o dell’interclasse), bisognerebbe privilegiare la guida di un focus group. Il focus group andrebbe scelto quale strumento più idoneo per valutare il progetto per la possibilità di stimolare un confronto in grado di mettere in connessione le diverse percezioni/opinioni.

L’output

Ai fini di una valutazione conclusiva e complessiva del progetto, la valutazione dell’output (da intendere come visione organica di che cosa il progetto fa e produce), diventa importante affinché quanto fatto possa essere messi in relazione alle valutazioni in termini di giudizio espresso sui processi di implementazione e sui risultati in termini di efficacia/benefici rispetto alle dimensioni di interesse (sperimentare forme innovative, sostenere le trasferibilità ad altre esperienze…).

L’outcome

Riprendendo brevemente il disegno di valutazione, i risultati del progetto sono stati cercati ed analizzati rispetto al sostegno al plurilinguismo; alla predisposizione di una possibile modellizzazione e trasferibilità del progetto; a positività, criticità e spazi di miglioramento evidenziati dai diversi attori.

Sostegno agli indicatori

Ricordiamo brevemente il set di indicatori che definiscono la valutazione:

  • variazione delle competenze definite in uscita/in ingresso
  • soddisfazione alla partecipazione ai laboratori
  • percezione del grado di cambiamento
  • adeguatezza dell’organizzazione dei Laboratori
  • adeguatezza spazi dedicati al progetto
  • condivisione strumentazioni
  • inserimento nel POF
  • forme di pubblicizzazione interna
  • positività/criticità
  • ostacoli incontrati/elementi facilitanti

La motivazione

Un aspetto che, infine, bisognerebbe affrontare, nel questionario, dovrebbe riguardare la motivazione: ovvero il motivo che ha determinato la frequenza al laboratorio.

Positività, Criticità e Spazi di miglioramento

Per ciascuno dei punti di vista intercettati (Positività, Criticità e Spazi di miglioramento) bisognerebbe presentare una sintesi dei principali elementi evidenziati come positivi o come critici e aree di miglioramento possibili.

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