Collegato lavoro: la mazzata sul precario!

Di Lalla
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Barbara Bernardi Resp. Naz. SISA precari – Scade il 21 gennaio la possibilità per i precari della scuola abilitati e non, di aderire ai ricorsi al Giudice del Lavoro che diversi sindacati confederati e non, ed associazioni del settore e non, hanno proposto per bloccare gli effetti devastanti della legge 183/2010.

Barbara Bernardi Resp. Naz. SISA precari – Scade il 21 gennaio la possibilità per i precari della scuola abilitati e non, di aderire ai ricorsi al Giudice del Lavoro che diversi sindacati confederati e non, ed associazioni del settore e non, hanno proposto per bloccare gli effetti devastanti della legge 183/2010.

Le richieste al giudice sono diverse si parte dal riconoscimento dell’anzianità contributiva e dei relativi scatti al pari di colleghi con contratto a TI, per passare poi al riconoscimento dell’ integrazione stipendiale per i mesi estivi nei contratti a TD stipulati fino al 30/6 su posto vacante, per finire poi con la richiesta di passaggio dopo tre anni consecutivi di contratto a tempo determinato, come prevede una sentenza della Corte Europea a tempo indeterminato.

Leggendola così sembrerebbe tutto molto bello ed appetibile per tutti i precari, ma , c’è sempre un ma, non dimentichiamolo, se si analizzano a fondo le varie proposte tanto appetibile non è; e lo scopo di questo articolo è proprio quello di aprire una finestra sulle varie proposte e confrontarle per aiutare gli indecisi a prendere una decisione molto pesante, e definitiva perchè dopo questa data non si potrà più ricorrere, per scadenza del termine di 60 giorni, come prevede la legge.

Alcuni “rumors”dell’ ambiente sindacale riportano che in caso di vittoria di ricorso al GdL sarà poi possibile utilizzare la sentenza favorevole ricorrendo successivamente o addirittura rivolgendosi al Tribunale Amministrativo Regionale, noi lo riportiamo soltanto ma non lo confermiamo.

Innanzitutto partiamo dalla distinzione che fanno anche tra loro sindacati ed associazioni su quali siano i requisiti per partecipare a questi ricorsi:
i ricorsi quale che sia la richiesta quindi: anzianità, scatti, continuità o ruolo sono rivolti essenzialmente, tranne l’ eccezione di un’ associazione, ai precari “abilitati” che negli ultimi 3 anni abbiano avuto dal USP un contratto di lavoro annuale su posto vacante fino al termine delle lezioni ovvero 30/6.

Di queste sigle sindacali, alcune fanno ancora più distinzioni, ovvero c’è chi i contratti triennali da far valere per il ricorso li vuole nello stesso istituto, almeno questo è quello che ci ha detto una nostra conoscente iscritta appunto a quella sigla sindacale.

Le cifre di spesa per il ricorso poi ci hanno fatto sorridere non poco, non solo per le grande differenza tra quelle proposte, che partono da una base minima di 100 euro per arrivare a cifre più cospicue vicine al migliaio o addirittura in percentuale in base al risarcimento ricevuto, ma anche per la “quasi totale” assenza di informazione ai ricorrenti riguardo le spese che pagherebbero in caso di perdita e dei danni che il Ministero potrebbe richiedere.

La sentenza favorevole dello scorso novembre delle due precarie sarde, base dalla quale partiranno la maggior parte dei ricorsi, ha visto accordare alle richiedenti 9000 euro circa, ciascuna, di risarcimento per i mesi estivi non pagati, ma che non è stato concesso loro il ruolo come esse invece richiedevano. Inoltre si accavalla con quella del Tribunale di Siena del settembre 2009 che con la sentenza 699/2009 riconosceva alla ricorrente il diritto all’ immissione in ruolo, oltre che al risarcimento del danno subito per i reiterati contratti a tempo determinato stipulati dal 2000 in poi. Tutto questo hanno fornito a questi ricorsi al Giudice del lavoro una marcia in più.

Non possiamo fare certo previsioni su quello che ne sarà delle sentenze, che ricordiamo saranno presentate nella regione di residenza del ricorrente e quindi ricorsi nominali e non collettivi, uno dei motivi per i quali lievitano le cifre da pagare, a differenza dei ricorsi al TAR, poiché proprio per il fatto che verranno praticamente presentate in tutta Italia, ci saranno tanti giudici quante sono le richieste e quindi si potranno avere sentenze diverse anche una dall’altra.

Ricordiamoci SEMPRE che i giudici sono persone e che decidono in base all’ interpretazione che danno di quello che leggono nel ricorso.
Giunti alla conclusione del discorso, analizzate le varie possibilità, alcune domande a cui non è data risposta per il momento ci sono, e ci piacerebbe che fossero proprio le stesse organizzazioni e associazioni, oppure il Miur a darcele, ovvero:

1) ammesso e non concesso che si ottenga sentenza positiva e la famosa “immissione in ruolo” in quale ruolo verrebbero immessi questi precari, visto che le cattedre vacanti saranno sicuramente in numero inferiore rispetto alle richieste, e non tutte disponibili in quanto il sistema di reclutamento prevede comunque il doppio canale?

2) Anche per quest’anno sono previsti i tagli al personale come si può pensare che il numero delle cattedre, una volta sistemati i perdenti posto, sia congruo a stabilizzare i vincitori?

3) Con quali soldi il MIUR e il Min. Dell’Economia risarciranno i ricorrenti dato che a loro detta i soldi non ci sono?

4) E i poveri precari non abilitati come faranno ad entrare in ruolo se i posti non ci sono per gli abilitati? Ma soprattutto tutti quelli esclusi da questi ricorsi, perchè devono vedersi nuovamente discriminati rispetto ai colleghi?

Lo so è triste chiudere con delle domande, ma noi del SISA (www.sisascuola.it) quello che ci aspettiamo maggiormente al momento sono delle risposte, e in bocca al lupo a quanti tenteranno la lotteria “del lavoro”.

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