TFA. Cipriani, dialogo trasversale con parlamentari. Servizio è valore, no elemento esclusivo. No quota riserva 36 mesi, sì III ciclo

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Dopo la ricompattazione per fronteggiare il ddl scuola, il fronte dei precari torna a dividersi? Ne abbiamo parlato con Arianna Cipriani, rappresentante del Coordinamento Nazionale Tfa e tra i promotori dell’Intergruppo parlamentare Tfa e Precariato.

Dopo la ricompattazione per fronteggiare il ddl scuola, il fronte dei precari torna a dividersi? Ne abbiamo parlato con Arianna Cipriani, rappresentante del Coordinamento Nazionale Tfa e tra i promotori dell’Intergruppo parlamentare Tfa e Precariato.

Cipriani, l’intergruppo parlamentare sembra dare il via una fase nuova per la rappresentanza dei lavoratori della scuola, una volta c’erano i sindacati. Nasce anche come una risposta a loro?

"L'Intergruppo non nasce tanto come risposta quanto come esigenza professionale e sociale oggi fortemente  avvertita,  dato il momento storico. Vorrei per prima cosa precisare che l’intergruppo non è "contro" ma "per" ; non si è costituito contro qualcosa, vorremmo invece venisse considerato come un’alba per un nuovo modo di intendere la  rappresentanza della categoria dei docenti, affinché siano finalmente loro stessi i protagonisti del dialogo con la politica senza intermediari. Soltanto in questo modo riusciremo a lavorare per soluzioni pienamente in sintonia con le nostre esigenze e la nostra professionalità”.

Questo intergruppo darà anche delle direttive a chi si riconosce in esso? Incoraggerà una militanza?

“Intergruppo  non è un sindacato, ma una libera associazione di docenti che lavorano con determinazione per il bene della categoria; ognuno poi in modo libero ed indipendente sceglierà, per esempio, se aderire agli scioperi o se essere parte di sigle sindacali”.

Avete l’ambizione di essere trasversali ai partiti, ma sembra un po’ un’utopia, di fatto i partiti scelgono e impongono di volta in volta la linea da seguire. Cosa le fa credere che i docenti riceveranno un ascolto diverso?

“Non è un’utopia, ma una meta. L’intergruppo nasce dopo due anni di duro lavoro del Coordinamento Nazionale TFA, ci siamo dovuti autorappresentare  e autotutelare, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.  La politica deve essere richiamata al suo compito istituzionale, che è quello di governare dopo un ascolto reale e attento dei cittadini. Penso che la trasversalità possa essere una nuova modalità di contatto tra la base e il palazzo, naturalmente all’interno dei un progetto strutturato”.

Ha ricordato il lavoro degli ultimi due anni. Tuttavia il Coordinamento Nazionale Tfa è stato fortemente deluso nelle sue aspettative dalla legge di riforma sulla scuola. Gli obiettivi a breve e medio termine adesso quali sono?

“Andranno costruiti secondo una duplice prospettiva: la prima in relazione ai margini di intervento  che potremo avere facendo riunioni con i politici (a partire da settembre ci confronteremo regolarmente con loro); poi gli obiettivi individuati saranno condivisi con tutti coloro che credono in questo progetto e a cui chiederemo confronto e proposte.  Resta senz’altro prioritaria la difesa delle categorie degli abilitati TFA 1, 2 e sostegno. In secondo luogo  ci batteremo perché venga riconosciuto il valore delle abilitazioni ordinarie. Infine non tralasceremo altre problematiche inerenti il precariato. Lavoreremo sotto il segno dell'aequitas e del dialogo”.

L’intergruppo volterà le spalle ai precari di terza fascia? 

“E’ un discorso ampio e delicatissimo. Non vogliamo chiudere le porte in faccia a nessuno, ma vorremmo muoverci sotto il segno dell’aequitas, in modo che non si neghino diritti a chi ha già speso soldi e tempo per ottenere dei titoli altamente professionalizzanti (e questo è prioritario). Siamo comunque favorevoli anche all’istituzione di un III ciclo TFA poiché  le abilitazioni non si possono e non si devono bloccare”.

Il servizio non è un valore da tutelare allo stesso modo?

“Il servizio è un valore, un requisito, ma non possiamo accettare che sia l’elemento esclusivo o preminente in base al quale programmare le future assunzioni. Siamo nettamente contrari all’ipotesi di una quota riservata per chi abbia solo i 36 mesi di servizio; l’abilitazione ordinaria e il valore dei titoli sono  per noi imprescindibili”.

Potreste alimentare un nuovo scontro tra precari, come tra TFA e PAS.

“Siamo tutti colleghi e tutti siamo chiamati ad un processo di seria edificazione nella scuola, al di là dei diversi modi di pensare. Noi riteniamo che in questo momento sia necessario adoperarsi per un riconoscimento effettivo dei titoli e delle professionalità individuali. 
Aggiungo: occorre che non cali il silenzio della politica su chi non è stato incluso nel piano assunzioni;  occorre darsi un progetto ed un ordine che, a nostro parere, dia il giusto spazio ai titoli altamente  professionalizzanti su cui le persone hanno investito il loro futuro. I primi titoli professionalizzanti, a nostro parere, sono i titoli selettivi Tfa 1, 2, Tfa Sostegno e le abilitazioni ordinarie selettive”.

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