Cerimonia apertura anno scolastico, il rischio è che siano solo belle parole. Lettera

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Mario Bocola – Nella giornata di ieri ha avuto luogo a Pizzoferrato nell’Isola d’Elba la cerimonia di apertura del nuovo anno scolastico. L’iniziativa “Tutti a Scuola”, che va in onda su Rai Uno dal 2000, ha visto la presenza del Presidente della Repubblica, Sergio, Mattarella e del Ministro del MIUR, Marco Bussetti.

Tra i temi trattati l’obbligo scolastico, la sicurezza nelle scuole, il bullismo e cyberbullismo (che ha visto la esilarante e spumeggiante interpretazione di Paola Cortellesi). Tutte tematiche attualissime che i docenti vivono quotidianamente ogni giorno.

Dalle parole del Ministro Bussetti, tanti bei propositi, tante promesse, tanti sogni di creare una scuola più formativa, più tecnologica, ma questi “sogni” rischiano di restare solo sulla carta.

Purtroppo i vertici istituzionali dello Stato non conoscono a fondo la realtà scolastica, perché non la vivono giornalmente con gli alunni nelle classi, ma la osservano “dall’alto”, come se fosse dei droni che monitorano i dati sulla carta con grafici e tabelle. La realtà scolastica è ben diversa con situazioni veramente difficili: alunni che abbandonano la scuola, forte degrado sociale, famiglie disinteressate all’istruzione dei propri figli.

Solo gli insegnanti possono sapere effettivamente come vanno le cose. Abbiamo, purtroppo, e non possiamo nasconderlo, visioni diverse tra i vertici e la base a distanze, oseremmo dire, siderali. Sono molte le divergenze di vedute tra quanti ricoprono incarichi apicali e il personale della scuola che vive quotidianamente la realtà.

Esiste, d’altronde, un profondo ed evidente scollamento, nel mondo della scuola, tra la base e i vertici dirigenziali del MIUR. Dall’alto, infatti, non si ha la percezione reale di quelli che sono i reali problemi della scuola. Tutti gli operatori dell’universo scolastico dai dirigenti scolastici al personale ATA, passando per i docenti vedono la realtà della scuola italiana con occhi molto diversi da quelli visti da coloro che lavorano nei palazzi alti di Viale Trastevere.

Per capire lo stato di salute reale della scuola è bene scendere tra la gente, perché solo in mezzo alla gente si comprende la realtà. Stare chiusi nelle “torri d’avorio” nuoce al sistema istruzione e si crea quell’apatia e quella disaffezione che caratterizza il personale della scuola che vede “lontano” la soluzione efficace dei problemi.

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