Il CdS stabilisce che arbitro della controversia per la Quota 96 è la Corte dei Conti e non il giudice del lavoro

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Giulia Boffa – Il Consiglio di Stato ridà una speranza ai docenti della Quota 96, dopo che il Parlamento ha gettato di nuovo tutti nello sconforto, non approvando alcuna modifica alla legge.

Giulia Boffa – Il Consiglio di Stato ridà una speranza ai docenti della Quota 96, dopo che il Parlamento ha gettato di nuovo tutti nello sconforto, non approvando alcuna modifica alla legge.

 I giudici del lavoro non hanno competenza in materia, sentenzia il CdS il 20 novembre scorso, ma la Corte dei Conti sì: a lei dovranno rivolgersi i docenti in attesa di andare in pensione secondo la quota 96, quindi non serve presentarla a tanti giudici del lavoro per provincia, ma ad un solo organo, la Corte dei Conti del Lazio.
 
Ecco lo stralcio della sentenza: “Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, sezione VI, accoglie l’appello incidentale e rigetta quello principale (r.g.n. 6244/2012), riforma l’impugnata sentenza e dichiara sussistente la giurisdizione della Corte dei conti, sezione giurisdizionale del Lazio, Roma, dinanzi alla quale il giudizio potrà essere riassunto entro il termine perentorio di tre mesi, decorrenti dall’avvenuta notificazione o comunicazione della presente sentenza, salvi gli effetti della translatio iudicii.
Oneri processuali compensati per il doppio grado di giudizio.
Ordina che la pubblica amministrazione dia esecuzione alla presente sentenza.”

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