Cattedre da 18 a 24 ore: per la FLCGIL i posti in bilico sono 34mila. Recupero, tout court, delle ferie non spettanti o in cambio 15 giorni in più di vacanza?

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red – La FLCGIL in caso di innalzamento dell’orario di lezione dei docenti della secondaria da 18 a 24 ore, precisa non sarà affatto di 6.500 posti, come avrebbe dichiarato l’on. Bersani, ma di ben 25.000 posti "normali" più altri 4.000 posti di sostegno. La relazione tecnica del MIUR c’è. Ai docenti di ruolo spezzoni e supplenze brevi: colpo di grazia per i precari

red – La FLCGIL in caso di innalzamento dell’orario di lezione dei docenti della secondaria da 18 a 24 ore, precisa non sarà affatto di 6.500 posti, come avrebbe dichiarato l’on. Bersani, ma di ben 25.000 posti "normali" più altri 4.000 posti di sostegno. La relazione tecnica del MIUR c’è. Ai docenti di ruolo spezzoni e supplenze brevi: colpo di grazia per i precari

Il MIUR ha lavorato su questa ipotesi già da tempo e, secondo indiscrezioni, sarebbe stato inserito nell’ultima versione del decreto stabilità, mentre ai sindacati sarebbe stato consegnato il testo di due giorni fa. Ma non è bastata questa accortezza per bloccare la fuga di notizie. 

Altro che 6.500 posti, si tratta di un dato vecchio. Se venisse applicato l’innalzamento delle ore lavorative a 24, i docenti delle secondarie lavorerebbero per un totale pari alla somma degli spezzoni esistenti oggi a livello nazionale rapportati a posto intero (cioè diviso per 18). Tali spezzoni non verrebbero più dati né a pagamento oltre le 18 ore ai docenti di ruolo, né ai supplenti fino al 30 giugno (supplenti su spezzoni che sono oltre 60.000 ).

Il taglio finanziario nella scuola con questa aggiunta dell’ultima ora sale dai precedenti 200 milioni circa (forse da ciò si è stimato il taglio di 6.500 posti) ad oltre 1 miliardo tondo della notte scorsa (dei 12 circa complessivi previsti).

Il risparmio, tagliando gli spezzoni, sarà di circa 900 milioni (30.000 posti x 30.000 euro/posto). A ciò si aggiunge il risparmio della quota supplenze brevi che nella secondaria non ci saranno più (perché fatte da chi non prende lo spezzone, ma starà fino a 24 ore a disposizione) ed è anche ipotizzabile un taglio delle risorse aggiuntive al fondo di scuola per i corsi di recupero dei debiti scolastici, visto che i docenti avranno ore a iosa per farli "gratis" nelle 24 ore. Quindi si va oltre 1 miliardo di taglio effettivo.

Il Ministro non vuole tagliare i fondi alle scuole, la scelta è politica, quindi devono contribuire gli insegnanti con l’orario lavorativo e la relazione tecnica fatta dal Ministero c’è.

Ma non è materia contrattuale? La contrattazione è aggirabile. Il calendario scolastico ha 33-34 settimane, il calendario solare è di 55 settimane, le ferie sono 6-7 settimane. C’è dunque un salto da 34 a 55 settimane, ci sono 13-14 settimane in cui i docenti non lavorano. L’obiettivo del Governo è spalmare queste settimane durante l’anno scolastico, innalzando l’orario lavorativo a 24 ore.

Secondo altre indiscrezioni, che cozzerebbero con quelle appena riferite, al MIUR si starebbe parlando di aumento di orario di cattedra in cambio di un aumento di 15 giorni di ferie. Notizia ripresa da Repubblica che scrive: "con il risparmio ottenuto si gireranno risorse sull’edilizia scolastica e sulla formazione dei docenti".

"La contropartita – continua l’articolo – offerta dal ministro ai sindacati, e ai docenti, è quella di aumentare il periodo di ferie estive: quindici giorni in più […] 45 giorni di ferie certe da una parte e un aumento di 75 minuti di lavoro al giorno nei mesi del calendario scolastico". Sebbene i sindacati, a quanto ci risulta, non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione al riguardo.

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