Carrozza. La tecnologia non è una nuova materia, ma un’attività trasversale

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La tecnologia digitale ”è un mezzo” di apprendimento e ”non un materia” scolastica per cui prevedere l’introduzione di un’apposita ora nell’orario didattico, che costerebbe ”qualche milione di euro”. Lo studio di queste tematiche nelle scuole può essere, invece, considerato ”in termini di ampliamento dell’educazione civica” e di ”attività trasversali”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, durante un convegno a Roma organizzato in occasione della Giornata europea della privacy.

La tecnologia digitale ”è un mezzo” di apprendimento e ”non un materia” scolastica per cui prevedere l’introduzione di un’apposita ora nell’orario didattico, che costerebbe ”qualche milione di euro”. Lo studio di queste tematiche nelle scuole può essere, invece, considerato ”in termini di ampliamento dell’educazione civica” e di ”attività trasversali”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, durante un convegno a Roma organizzato in occasione della Giornata europea della privacy.

”Personalmente sono contraria” ha risposto Carrozza ai cronisti in merito all’introduzione di un’ora di ‘educazione digitale’ nei programmi scolastici. ”Abbiamo numerosi progetti sul tema, ma deve trattarsi di attività trasversali, non di una vera e propria nuova disciplina”, ha detto il ministro.

Ciononostante, sollecitata dallo stesso Garante della privacy, Antonello Soro, sull’introduzione di una nuova ora di ‘educazione digitale’ nei programmi scolastici, Carrozza ha osservato che, in questi termini, la proposta ”significherebbe qualche milione di euro in piu”’, ma la questione ”può essere posta in termini generali di ampliamento dell’educazione civica, in quanto l’educazione digitale riguarda tutti i cittadini e non i soli studenti”.

 ”La tecnologia digitale – ha argomentato il ministro – non è una materia, ma un mezzo di apprendimento di cui avvalersi nello studio di tutte le materie. Come avvenne per il libro stampato, che fu alla base del sistema scolastico del XIX secolo”, ha concluso Carrozza.

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