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Cancellazione degli autori meridionali dai programmi scolastici nelle superiori, invito alla disubbidienza culturale

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dp – Per Ugo Grimaldi, parlamentare nazionale di Grande Sud, è una scelta aberrante, "operata dall’ex ministro Gelmini", afferma in una nota, "cancellare dai programmi scolastici delle superiori autori della Sud come Sciascia, Quasimodo, Silone e Vittorini. Non possiamo che invitare gli insegnanti alla disubbidienza culturale nei confronti della direttiva ministeriale".

dp – Per Ugo Grimaldi, parlamentare nazionale di Grande Sud, è una scelta aberrante, "operata dall’ex ministro Gelmini", afferma in una nota, "cancellare dai programmi scolastici delle superiori autori della Sud come Sciascia, Quasimodo, Silone e Vittorini. Non possiamo che invitare gli insegnanti alla disubbidienza culturale nei confronti della direttiva ministeriale".

"Disattendere le indicazioni del ministero – continua Grimaldi – significa restituire dignità a essere tale insegnamento della letteratura italiana, sottolineando l’importanza di quegli autori del Sud, per i propri pilastri della nostra cultura." "I nostri ragazzi hanno il diritto di conoscere chi ha contribuito in maniera eccezionale all’affermazione della nostra letteratura nel mondo".

La questione è approdata anche in Parlamento. Infatti, il movimento di Miccichè, ha presentato una interrogazione parlamentare che non lascia scampo sull’interpretazione del decreto ministeriale numero 211 del 2010, concernente la "Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo didattico dei licei".

Il movimento arancione denuncia come nel documento redatto dalla commissione si legge: "il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un’adeguata conoscenza dei testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, …). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealistica d’oggi, comprenderà letture autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, Primo Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello …), tralasciando molti effetti importanti protagonisti della letteratura poetica meridionali e parte integrante della cultura italiana."

"In tal modo – si legge nella interrogazione parlamentare – viene proposto agli studenti una visione nordista e incompleta, orfana dei più grandi intellettuali meridionali".

A parte Verga e Pirandello, dicono da Grande Sud, su 17 poeti scrittori consigliati non non c’è un solo nome a sud di Roma.

Se è vero che si tratta di indicazioni e gli autori elencati sono solo dei consigli, appare incomprensibile come negli elenchi degli autori consigliati compaiano autori come il livornese Caproni e non vi sia traccia del premio Nobel Quasimodo. Oppure compaia il vicentino Meneghello (Meneghello?) e non vi sia traccia del siciliano Leonardo Sciascia.

Indicazioni, certo, ma che vanno in una precisa direzione e ha ragione Grande Sud quando mostra preoccupazione denunciando che in questo modo "le case editrici, nei libri di testo, si atterranno principalmente alle indicazioni del ministero, magari classificando tutti gli esclusi come minori in tal modo si creerebbe un canone passato del Novecento, ancora in via di storicizzazione".

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