Calo nascite, perdita 55 mila cattedre. Fondazione Agnelli: manca strategia

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Nel 2029 la scuola italiana conterà 55 mila cattedre in meno. E’ l’effetto a dieci anni stimato dalla fondazione Agnelli per il calo demografico.

L’istituto di ricerca aveva stimato la stessa situazione già un anno fa. Anche allora aveva previsto un calo di 55 mila cattedre per il 2028 dovuto alla perdita di un milione di iscrizioni degli studenti.

L’analisi è stata ripresa dal quotidiano Italia Oggi che ha riportato anche le dichiarazioni di Stefano Molina, dell’istituto indipendente di ricerca. “Il panorama italiano sarà profondamente cambiato” ha detto, lamentando una mancanza di visione strategica per affrontare un problema ormai individuato senza più dubbi.

Nella ricerca di quest’anno, condotta su elaborazione dei dati Istat, la fondazione Agnelli prevede che nel prossimo decennio l’evoluzione demografica porterà a una significativa contrazione della popolazione studentesca  – 3/18 anni – in tutte le circoscrizioni e regioni del Paese (da 9 a 8 milioni). Se non verranno introdotti dei correttivi, il calo demografico porterà alla scomparsa di decine di migliaia di classi e di circa 55mila cattedre, con significative implicazioni per le politiche dell’istruzione dei prossimi governi.

Il report mette individua questo trend come comune a molti altri Paesi e non solo all’Italia, per il quale però ha prodotto anche la ripartizione per aree geografiche.

Gli iscritti alla scuola primaria (6-10 anni) diminuiranno consistentemente al Nord, al Centro e al Sud (con un picco del 24% in Sardegna e del 20% in Campania, ma lo stesso Veneto scenderà del 18%) con una perdita di circa 18.000 classi.

Gli iscritti alla scuola media (11-13 anni) continueranno a crescere debolmente per qualche anno al Nord e al Centro, per poi unirsi al Sud nel declino, con una perdita totale al 2028 di circa 9.400 classi. Una traiettoria simile alle medie – sebbene più spostata in là nel tempo – avrà anche la popolazione fra i 14 e i 18 anni, con una perdita complessiva alle scuole superiori di circa 3.000 classi nel decennio (in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Lazio il saldo nel 2028 sarà, però, ancora positivo).

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