Calcio, Allegri: non fermiamo le partite, ma educhiamo i bambini

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L’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri, alla vigilia della partita con la Sampdoria, ha risposto alle domande dei giornalisti sugli eventi che in questi giorni hanno fatto riflettere non solo il mondo del calcio ma tutta la società civile. 

Queste le parole dell’allenatoreSemplice, non ci si deve fermare. Non siamo noi e nemmeno l’arbitro a poter fermare una partita, solo l’ordine pubblico.

Detto questo non tollero nessuna forma di razzismo e di insulto nei confronti anche dei morti e delle tragedie che sono successe, ma purtroppo in Italia manca, o meglio diciamo che abbiamo perso un po’ della nostra educazione e rispetto.

Non è solo esteso al calcio, per ripartire e migliorare bisogna entrare dove ci sono i bambini piccoli. Semplice. Bisogna entrare nelle scuole, lo sport è educativo e entrare nelle scuole farebbe bene perché magari, su 100, 70 o 80 gli instradi bene, ma credo sia un percorso da fare tutti insieme.

Altrimenti è facile parlare ora, dire cose e poi dopodomani se lo scordano tutti. Ci sono gli organi di competenza, poi noi, come presidenti, allenatori e giocatori, dobbiamo sapere che le nostre parole sono pesanti, possono avere influenza sulle persone adulte e meno adulte.

Dobbiamo essere più responsabili e usare un briciolo di intelligenza per non alimentare quello che c’è già e un’esasperazione che in Italia abbiamo esagerato perché non accettiamo più né sconfitte né vittorie. Questo bisogna fare, altrimenti non serve a niente.

E dispiace perché il 26 c’erano tante persone, famiglie, bambini, che sono il futuro dell’Italia. Quelli di una certa età la loro vita l’hanno fatta, ma il futuro sono i bambini e se non li educhiamo non cambia niente.

Fermare le partite è solo un impatto momentaneo, bisogna essere preventivi. Dentro gli stadi c’è la tecnologia che può acchiappare quello che fa casino. È

semplice, si prende, si acchiappa e dentro lo stadio non ci può più entrare. Ma non possiamo risolverlo noi questo problema, ma gli organi di competenza. E se le cose le vogliono fare le fanno. Poi se no dopo si cade nell’ipocrisia e allora io sto zitto.“.

Una emergenza educativa che diventa sempre più evidente in tutti i settori della società, e alla quale la scuola da sola non riesce a far fronte.

Ricordiamo che è in atto il percorso del provvedimento, già approvato alla Camera, per l’assunzione di 11.800 docenti specializzati di ed. motoria alla primaria, con l’obiettivo di:

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