Calano le matricole nelle facoltà sociali ed umanistiche, boom per agraria, forestali e alimentari
GB – Un’indagine di Datagiovani, che ha confrontato i dati forniti dal Miur sulle immatricolazioni universitarie per l’a.a. 2013/2014 con quelle del 2007/2008, anno con cui si fa coincidere l’inizio della “crisi”, ha fotografato le scelte dei neouniversitari, che si sono rivolti a facoltà che danno più probabilità di lavoro.
GB – Un’indagine di Datagiovani, che ha confrontato i dati forniti dal Miur sulle immatricolazioni universitarie per l’a.a. 2013/2014 con quelle del 2007/2008, anno con cui si fa coincidere l’inizio della “crisi”, ha fotografato le scelte dei neouniversitari, che si sono rivolti a facoltà che danno più probabilità di lavoro.
In cinque anni le immatricolazioni sono calate di 40.000 unità, il 12,5%:tengono solo i corsi tecnico scientifici, ma è crisi per quelli sociali, infermieristici e umanistici.
Delle 40 mila immatricolazioni perse dall’inizio della crisi, infatti, quasi 2 su 3 erano destinate a facoltà dell’area sociale. In deficit, a sorpresa anche l’area sanitaria, che ha visto le immatricolazioni scendere del 18,7% negli ultimi cinque anni, e l’area umanistica (-11,9%).
In controtendenza invece le scienze agrarie, forestali e alimentari che registrano un vero e proprio boom (+45%); bene anche scienze e tecnologie fisiche (+25%) e ingegneria industriale (+19%); segno positivo anche per Medicina e Chirurgia che, però, si deve accontentare di un +7% a dispetto delle migliaia di studenti iscritti ai test d’ingresso di quest’anno (ben 74 mila per soli 11 mila posti).
Il boom dell’indirizzo agrario, infatti, è giustificata dai dati sul’occupazione giovanile che il settore agricolo ha fatto registrare nell’ultimo anno: un’indagine Coldiretti segnala come gli occupati under 35 in agricoltura siano cresciuti del 9%, dato in controtendenza rispetto a tutti gli altri settori industriali del paese, e come le imprese guidate da giovani manager, con meno di trent’anni, siano cresciute del 4,2%.