Buona Scuola, Conte è passato dal “rivederla quasi integralmente” a “interverremo ma non stravolgeremo”

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Paolo Latella * . In una dichiarazione ripresa dall’ANSA, rilasciata durante la presentazione della futura squadra del Governo targato M5S Giuseppe Conte disse: “rivedere, pressoché integralmente, la riforma della cattiva scuola”.

Oggi invece nel discorso alla Camera ha detto che bisogna intervenire nella Buona Scuola perché non tutto va cancellato.

Capisco che siamo all’inizio della legislatura ma bisogna essere chiari perché il popolo della scuola è stanco, è deluso, si è sorbito per 5 anni un venditore di pentole e successivamente un rappresentante di pentole e una senatrice con la terza media che hanno prima approvato una legge pericolosa e poi l’hanno applicata con i decreti attuativi. Fregandosene delle proteste e delle richieste di modifiche inviate in VII Commissione Cultura ed Istruzione della Camera dei Deputati presentate dal M5S e  dal mio sindacato Unicobas Scuola & Università.

Quindi caro Presidente ci aspettiamo un chiarimento e soprattutto stiamo aspettando il Ministro Marco Bussetti, le sue linee chiare e concrete di indirizzo sulla buona scuola e sulla politica scolastica.

Capire se si vogliono:
– Riscrivere una vera legge che rilanci la scuola pubblica laica statale (cancellando la “buona scuola”).
– Cancellare l’Invalsi (molte scuole basano la propria didattica sul superamento dei test in matematica, italiano e inglese). Ricordo che la cultura, la conoscenza non si verifica con un test.
– Cancellare lo sfruttamento minorile dell’Alternanza Scuola Lavoro.
– Trasformare gli stage  in facoltativi e non obbligatori. Evitare che un tutor aziendale possa incidere pericolosamente sul voto finale degli esami di stato.
– Definire un piano di stages facoltativi e fuori orario di scuola per gli ultimi due anni delle scuole secondarie di secondo grado.
– Cancellare i finanziamenti alle scuole private.
– Recuperare gli 8 miliardi di euro sottratti dalla Legge Gelmini alla scuola pubblica statale.
– Ripristinare le ore cancellate delle materie d’indirizzo negli istituti tecnici e professionali dalla riforma Gelmini (Centro destra) e confermate dal Ministro Fedeli (centro sinistra).
– Cancellare definitivamente la deportazione obbligatoria degli insegnanti da una parte all’altra dell’Italia.
– Definire un piano didattico con libri E-book gratuiti per gli studenti.
– Ridare il potere deliberativo obbligatorio al collegio dei docenti.
– Cancellare il comitato di valutazione (così com’è definito).
– Cancellare il bonus premiale.
– Coprire tutti i posti liberi con contratti a tempo indeterminato.
– Cancellare il vincolo dei tre anni. (Si potrà accettare supplenze brevi e incarichi annuali oltre i tre anni consecutivi).
– Cancellare il vincolo imposto dal D.Lvo 29/93 che blocca gli stipendi sotto l’inflazione programmata e finalmente si riconosca seriamente uno stipendio professionale adeguato agli insegnanti e a tutto il personale scolastico.
– Abrogare il D.Lgs 165/2001 che ha privatizzato il “rapporto di pubblico impiego”. Ridare dignità e autorevolezza alla scuola pubblica statale.
E’ di fondamentale importanza eliminare questo decreto che in sé riassume tutta la normativa , che ha “privatizzato” la nostra funzione.

L’abrogazione permetterebbe:

1) l’assorbimento, di nuovo, della Scuola come Istituzione e non già come “servizio pubblico” tanto voluto da Matteo Renzi.

2) ‘”ridiventare’ Istituzione (pienamente arte 33 e 34 Cost.) significherebbe riespandere la libertà di insegnamento, rafforzare la giurisprudenza costituzionale in merito, lottare con più forza e tutela contro le derive aziendalistiche;

3) disancorare, finalmente, la funzione docente e la scuola dal resto del pubblico impiego (il quale sarebbe soggetto al diritto amministrativo, e noi, invece, soggetti soprattutto al diritto costituzionale).

Intanto e aspettando il Ministro… caro Presidente Conte le auguro buon lavoro e buona lavoro a tutto il Governo.

*Insegnante e giornalista
Dirigente Nazionale Unicobas Scuola & Università

Giuseppe Conte: rivedere, pressoché integralmente, la riforma della cattiva scuola

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