Bullismo, cyberbullismo, baby gang, la scuola è sconfitta in partenza se non c’è l’attenzione anche delle famiglie. Lettera

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Prof. Fabio Macchia – Sono tornato a casa, mi sono chiuso nel mio studio e ho scritto ai miei alunni…

Insulti, prese in giro, violenze, addirittura l’accoltellamento di una professoressa. Bullismo, cyber bullismo, fumo, alcol, baby gang. Violenze in aumento, perché se c’è l’impunità in un tribunale, come può non esserci in una scuola?

Progetti la mattina, progetti il pomeriggio, psicologi, polizia postale, ma di genitori e alunni, il pomeriggio, se ne vedono veramente pochi. Se per esempio parliamo dei pericoli della rete internet, cosa altro può fare la scuola se non sensibilizzare i propri alunni ad un attento uso dei social, quando poi le famiglie non controllano mai i cellulari dei propri figli? Con noi, bambini e ragazzi passano solo 30-36 ore delle 168 di una settimana. La colpa non è della scuola ma di quello che c’è fuori dalla scuola e anche se noi insegnanti non ci arrendiamo mai, siamo sconfitti in partenza, perché lì fuori, se non c’è una famiglia attenta, c’è la giungla, visto anche l’abbandono delle Istituzioni.

Circa un anno fa andavo al funerale di un ragazzo che non ho mai conosciuto, un ragazzo massacrato di botte da un branco di delinquenti. Era solo un anno e mezzo che abitavo in quella nuova cittadina, in quella nuova regione, a fare quel nuovo lavoro: l’insegnante. In quell’occasione il Vescovo, nella sua omelia, incolpava anche la scuola per la morte di quel ragazzo e, indirettamente, incolpava anche me.

Sono tornato a casa, mi sono chiuso nel mio studio e ho scritto ai miei alunni di scuola media, convinto di non avere colpe, convinto che i miei colleghi non abbiano avuto colpe, convinto che la scuola non possa essere incolpata di colpe che non ha.

Sono tornato a casa, mi sono chiuso nel mio studio e ho scritto ai miei alunni

Carissimi alunni,
io non vi insegnerò mai ad armarvi di pistola se incontrerete uno col coltello.
Non vi insegnerò mai che fumare, drogarsi, ubriacarsi, istupidirsi, rischiare la vita propria e quella degli altri, guidando come un matto, sia il vero divertimento.
Non vi insegnerò mai a bestemmiare o a sostituire la bestemmia con una parola a essa simile.
Non imparerete da me ad allontanare una persona non del vostro giro di amicizie, o perché del Nord o perché del Sud, o perché di Tecchiena e non di Alatri o viceversa, o perché di Latina e non di Frosinone, o perché straniero e non italiano. Non imparerete da me a comportarvi come in uno stadio, fuori dallo stadio.
Non vi insegnerò mai che alzare le mani a una donna sia la cosa giusta da fare e mai vi insegnerò che ammazzare di botte un ragazzo, sia l’unica cosa da fare per sentirsi forti.
Non vi insegnerò mai a sputare per terra né mai vi insegnerò a farlo su una persona inerme, sanguinante, massacrata di botte.
Da me queste cose non le imparerete mai. Da me imparerete a unire punti con le linee, mai a dividerli. Tra un disegno tecnico e una lezione di teoria, imparerete di tutto ma non queste cose.
Il vostro Prof. Fabio Macchia In ricordo di Emanuele Morganti –
26.03.2017

PS. Questo biglietto lo donerò ai miei alunni di prima media ogni anno, in ricordo di Emanuele.

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