Bertagna, per educare scuole e insegnanti riscoprano la Montessori

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Una riflessione sull’edizione di Bergamo del Corriere della Sera, che proponiamo come spunto ai nostri lettori. Il punto di partenza è la vicenda che ha visto protagonista uno studente di scuola media che ha sferrato un pugno al volto ad un insegnante.

Un episodio che ha riacceso i riflettori sulle violenze di cui ogni giorno si macchia la scuola e per le quali non esiste risposta concreta. Vicende che scuotono in particolar modo gli insegnanti, che vivono il proprio ruolo a volte con preoccupazione e angoscia, che si sentono non tutelati dalle istituzioni, a volte abbandonati nel difficile percorso educativo.

“Se il 13enne di Treviglio avesse avuto l’opportunità di percorsi educativi alternativi alle tradizionali lezioni si sarebbe comportato così?” si chiede Bertagna, che si fa promotore della riscoperta degli insegnamenti della Montessori.

Il principio su cui si basava la filosofia della Montessori è che i bambini di due anni, per educarsi bene, dovessero “lavorare”: apparecchiare e sparecchiare, riporre le cose al posto giusto, costruire giocattoli e oggetti utili.

Oggi non è più così, i giocattoli sono industriali e certe operazioni vengono spesso date per scontate e non richieste al bambino.

“Non c’è dubbio – conclude Bertagna – servirebbe un’altra preparazione dei docenti” .

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