Bentornata educazione civica. Lettera

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Inviato da Mario Bocola – Finalmente ci siamo: l’educazione civica a scuola diventa materia obbligatoria con voto autonomo con l’idea di contrastare i fenomeni di violenza, di bullismo e di cyberbullismo nelle scuole. Sarà obbligatoria in tutti gli ordini e gradi di scuola dalla primaria alla secondaria di secondo grado.

Nel primo ciclo l’insegnamento dell’educazione civica sarà trasversale a tutte le discipline, mentre nel secondo ciclo l’insegnamento di questa disciplina è stato affidato ai docenti di materie giuridiche. Infatti chi più di loro che hanno dimestichezza con le norme, i codici e codicilli del diritto possono conoscere e impartire agli alunni questa tipologia di insegnamento che sicuramente prevederà lezioni riguardanti le norme di comportamento, gli articoli della Costituzione Italiana e le altre fonti del diritto.

Ci chiediamo: servirà lo studio di questa materia (che nei tempi passati si studiava a scuola) a debellare il fenomeno della violenza nelle scuole e il bullismo imperante, una brutta piaga della scuola italiana. Staremo a vedere.

Sicuramente l’approvazione della legge dell’introduzione dell’insegnamento dell’educazione civica a scuola arriva in tempi stretti dal momento che manca un mese all’apertura del nuovo anno scolastico e il Miur deve fare in fretta e furia ad emanare decreti attuativi che dettano disposizioni precise alle istituzioni scolastiche. Inoltre le case editrici hanno già stampato i nuovi testi scolastici per cui non sarà per ora possibile aggiornarli introducendo argomenti inerenti l’educazione civica.

Tutto si baserà sulla bontà del docente che dovrà inserire nel suo piano annuale della progettazione disciplinare le 33 ore da dedicare all’educazione civica. Siamo certi, tuttavia, che ad inizio delle lezioni ci sarà sicuramente un generale caos su come impartire agli studenti l’insegnamento di questa nuova disciplina, che nuova non è in quanto era presente nel curricolo sotto altre diciture: si pensi ad esempio a cittadinanza e costituzione.

Cambia il nome ma la sostanza resta immutata.

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