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red – Dopo l’appello del pedagogista docente all’università di Milano-Bicocca che sosteneva "sarebbero da vietare" i compiti per le vacanze, è di oggi la pubblicazione di un saggio scritto da Maurizio Parodi, dirigente scolastico e pedagogo, dal titolo "Basta compiti! Non è così che si impara".

red – Dopo l’appello del pedagogista docente all’università di Milano-Bicocca che sosteneva "sarebbero da vietare" i compiti per le vacanze, è di oggi la pubblicazione di un saggio scritto da Maurizio Parodi, dirigente scolastico e pedagogo, dal titolo "Basta compiti! Non è così che si impara".

Il saggio, arricchito dai contributi di Corrado Augias, è rivolto a genitori, insegnanti, studenti, si oppone all’utilizzo dei compiti per casa e li considera come inefficaci e addirittura dannosi. Secondo Maurizio Parodi, infatti, compito principale della scuola non è "punire" gli studenti oberandoli di lavoro anche fuori dalle aule, bensì insegnare il giusto metodo di studio per imparare con profitto e far emergere la personalità di ciascuno di loro. (Ascolta la trasmissione Farenheit sull’argomento).

Questione della quale ci eravamo già occupati con diversi articoli che prendevano spunto da svariate iniziative in Francia per la richiesta dell’abolizione dei compiti per casa, alle affermazioni del ministro Profumo che così commentava: "Oggi le forme di partecipazione degli studenti sono diverse, si possono dare stimoli senza che siano propriamente compiti. È un buon tema su cui ragionare".

Non mancano i riferimenti ai sostenitori dei compiti per casa, come nel caso di Giorgio Israel, Professore ordinario presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Roma "La Sapienza, che ha affermato: "La scuola non è soltanto il luogo dove si acquisiscono le conoscenze e le capacità adatte a svolgere qualsiasi attività lavorativa, ma anche il luogo in cui si acquisisce l’attitudine a lavorare, che significa anche (o soprattutto) impegno, sforzo, sacrificio". "E’ la via maestra – ha continuato – per realizzare l’obbiettivo tanto proclamato dai pedagogisti “moderni”: la capacità di “saper fare”, di applicare le nozioni apprese, che non si stimola e non si verifica nelle attività collettive che spesso nascondono le magagne in un calderone indistinto. Di qui il ruolo dei “compiti a casa” di cui tanto si discute in questi giorni."

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