Bambini plusdotati e istruzione. In Italia non sono valorizzati e il Paese perde eccellenze

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In Italia i bambini plusdotati non hanno attenzione nelle nostre scuole, non come quella che si dedica allo svantaggio.

Per porre rimedio a questa inadempienza, l’associazione Aget (Associazione genitori education to talent)ha organizzato la prima edizione di un concorso giornalistico, che ha premiato i giornalisti che si sono occupati della diffusione della problematica in maniera adeguata e con la giusta terminologia.

Il concorso è stato patrocinato dall’Unesco e dalla Camera dei Deputati.

Sono solo il 5% i bambini ad alto potenziale cognitivo in Italia e frequentano la scuola senza che la loro intelligenza venga trattata nel modo adeguato, spesso si annoiano perché troppo facile per loro seguire i programmi normali con obiettivi che per loro sono minimi. Il sistema di istruzione in Italia non prevede classi differenziate, siamo inclusivi, ma in questo caso non è un vantaggio per questi alunni e forse non lo è neanche escluderli. L’onorevole Marco Di Maio, del Pd, ha parlato di attivare corsi di formazione specifica nelle scuole. Nella nostra normativa c’è solo la possibilità di farli diplomare un anno prima, saltando cioè il quinto anno, ma è poca cosa. Molti poi finiscono per laurearsi all’estero, dove la flessibilità è maggiore.

Studenti con grandissime capacità vanno valorizzati: è un gap con le altre nazioni che l’Italia deve assolutamente colmare per evitare la piaga della fuga dei cervelli dal nostro Paese, che incide sullo sviluppo di un’intera società.

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