I bambini dovrebbero essere a scuola, non in stato di detenzione!

Di Lalla
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inviato da Elisabeth Schmidt-Hieber – Libri, accessori e vestiti nuovi accompagnati dall’entusiasmo di incontrare nuovi e vecchi amici e di affrontare nuove sfide. Questa è la vita per gli studenti di tutta Europa per l’inizio del nuovo anno scolastico.

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In realtà, non è così per tutti i bambini. Sono migliaia infatti i minori detenuti in Europa per ragioni legate alle politiche sull’immigrazione. I rapporti delle autorità competenti mostrano infatti che nei centri di detenzione restano attualmente detenuti molti bambini, per i quali l’accesso all’istruzione è scarso se non inesistente, semplicemente perché loro o i loro genitori sono privi dell’apposita documentazione.

Il Coordinatore della "Global Campaign to End Immigration Detention of Children" (Campagna Globale per la Fine della Detenzione), Leeanne Torpey, ha detto che: "In questa importante fase di sviluppo del bambino, l’istruzione dovrebbe essere un diritto fondamentale. Invece, per molti bambini che vivono nei centri di detenzione europei, semplicemente non è così. Essi meritano un’istruzione, esattamente come tutti gli altri bambini"

La Piattaforma per la Cooperazione Internazionale sui Migranti Irregolari (PICUM) e la Global Campaign to End Immigration Detention of Children sono estremamente preoccupate per la sistematica violazione dei diritti dei minori e per gli impatti negativi, di breve o lungo termine, della detenzione sulla salute, il benessere e lo sviluppo dei bambini.

Yusuf, dal Sudan, descrive così a parole sue come si è sentito ad essere detenuto per più di 2 mesi all’età di 16 anni in un centro per la detenzione amministrativa dei migranti a Malta: "La detenzione per me è stata così sconcertante. Ero così spaventato. Per me era come una prigione".

Parlando della sua esperienza di detenzione al confine con l’Unione Europea, in Turchia, una donna afghana, madre di due figli, ha detto: " Non potevamo uscire e c’erano le sbarre alle finestre. Il mio figlio più piccolo, di 4 anni, piangeva sempre e il più grande, 8 anni, mi chiedeva perché fossimo in prigione. Io non sapevo cosa rispondere ".

Le forme e le condizioni di detenzione variano attraverso l’Europa. Mentre in molti Stati la detenzione dei minori è stata vietata, in altri paesi i bambini sono trattenuti presso istituti che sembrano delle vere e proprie prigioni, dove non sono liberi di muoversi e sono rinchiusi in spazi piccoli e sovraffollati, con una fruizione limitata dei servizi essenziali, comprese l’istruzione e le cure sanitarie. Se detenuti, inoltre, i bambini sono a rischio di subire atti di violenza fisica e psicologica o di assistere ad episodi di violenza contro i loro genitori da parte delle guardie dei centri o di altri detenuti.

La detenzione dei bambini per ragioni legate all’immigrazione è una diretta violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, la quale è stata ratificata da quasi tutti I paesi del mondo (solo 3 membri dell’ONU non l’hanno ratificata). Il Comitato sui diritti del fanciullo, l’organo di controllo della Convenzione, ha dichiarato che i bambini non dovrebbero mai essere detenuti per ragioni legate all’immigrazione e che la detenzione non può mai essere giustificata nel superiore interesse del minore.

Gli Stati non possono giustificare la detenzione dei bambini come mezzo per mantenere unite le famiglie, dato che il rispetto dei diritti dei minori impone che vengano attuate delle alternative alla detenzione sia per i bambini che per i loro genitori. Gli Stati generalmente motivano la detenzione dei minori sulla base della necessità di valutare il loro status, controllare la loro identità, evitare la loro fuga e scoraggiare l’immigrazione. Tuttavia, i dati sulle alternative alla detenzione mostrano che gli immigrati irregolari non tendono a scappare durante le apposite procedure e che la detenzione è uno strumento inefficiente per scoraggiare l’immigrazione irregolare.

PICUM e la Global Campaign to End Child Detention richiedono ai governi di seguire le indicazioni del Comitato sui diritti del fanciullo e di cessare immediatamente la detenzione amministrativa dei minori. I bambini immigrati sono innanzitutto bambini e le preoccupazioni primarie di tutti i governi dovrebbero concentrarsi sulla protezione dei loro diritti, del loro benessere e del loro svilluppo fisico e psicologico, così come del loro diritto all’istruzione.

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