Bagni senza porte. Chi ce le ha a pezzi e chi non ce le ha perché il preside le ha smontate

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red – Il bagno è un luogo che ha una sua importante centralità nella vita scolastica. Luogo in cui si può trasgredire, off limits per i grandi e, in questi giorni, al centro di polemiche e denunce.

red – Il bagno è un luogo che ha una sua importante centralità nella vita scolastica. Luogo in cui si può trasgredire, off limits per i grandi e, in questi giorni, al centro di polemiche e denunce.

Accade, ad esempio, che un Dirigente decide di togliere le porte dai bagni della propria scuola perché essi diventano luogo per aggirare il divieto di fumo.

La decisione dopo le vacanza di natale, per far fronte ad una situazione che viene descritta da skuola.net come grave.

Una soluzione estrema che non manca di suscitare polemiche.

Contemporaneamente, su DireGiovani.it, compare un articolo inviato da uno studente.

Nell’articolo, lo studente fa presente una situazione di degrado delle porte del bagno della scuola in cui studia.

In questo casi ci troviamo davanti ad un mero atto vandalico, che viene ben scandito in una sequenza realistica quanto trieste dall’autore del pezzo.

"Come si fa a non capire che quando compiamo azioni del genere danneggiamo anche noi stessi, in quanto “fruitori” dei bagni? Volendo descrivere questa situazione nei dettagli posso dire che:

  • primo anno: bagni con  porte quasi nuove, senza buchi e senza scritte;
  • secondo anno: le porte cominciano a evidenziare segni di deterioramento (disegni e scritte di vario genere, forellini…);
  • terzo anno: il lavoro di demolizione non si ferma. I buchi nelle porte hanno raggiunto grandi dimensioni a tal punto che la porta non assolve più la sua funzione e la nostra privacy non è più tutelata."

La lettera termina con uno spiccato senso civico, che molti dovrebbero prendere ad esempio: "Allora perché non dire le cose come stanno, denunciando tutte le persone complici dei molteplici scempi che provocano nel mondo? Perché, nel nostro piccolo, non intervenire quando vediamo qualche ragazzo che rovina un bene comune, un bene che appartiene alla collettività, che è di tutti e, quindi, anche nostro?"

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