Azzolina: concorsi straordinari? Solo ricerca di consenso. Ecco come risolvere il precariato. No classi pollaio

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Intervista all’Onorevole Azzolina, deputata del Movimento 5 Stelle e membro della VII Commissione cultura. Molti gli argomenti affrontati sui temi caldi della scuola.

L’intervista è stata svolta in maniera inedita, interpellato preventivamente docenti e sindacalisti che hanno proposto domande all’Onorevole, membro della VII Commissione della Camera.

Abbiamo poi scelto quelle più pertinenti e significative.

L’intervista spazia su varie tematiche particolarmente sentite dai docenti in questo momento, dall’autononomia differenziata al precariato.

Onorevole Azzolina, ultimamente Lei sta mostrando una reazione contro le decisioni del Miur, si sta esponendo anche con interventi sui social per cui molti docenti vedono in Lei il vero Movimento di una volta quando era all’opposizione contro le politiche del PD sulla scuola. 

Contro la regionalizzazione della scuola i sindacati avevano proclamato uno sciopero il 17 maggio poi revocato il 24 aprile.

Qual è la sua posizione?

Personalmente temo che la regionalizzazione, applicata alla scuola, possa non garantire l’applicazione delle norme generali sull’istruzione e i livelli essenziali delle prestazioni per tutti gli studenti della penisola italiana. Ci sono dei problemi ed è inutile negarlo, rispetto alla continuità didattica in molte scuole del Nord Italia, ma non è la regionalizzazione la risposta. Semmai servirebbero dei controlli rigorosi sulle 104 e delle norme applicabili sempre senza eccezioni di sorta. Ad ogni modo su questo tema la posizione del Movimento 5 Stelle è chiara e univoca: autonomia sì ma non così, non per il comparto scuola e non creando ulteriori disuguaglianze!

Considera un errore aver ceduto a Salvini il Ministero dell’Istruzione?
Nonostante la Lega sia al Governo grazie al Movimento, nella scuola pare che dall’inizio della diciottesima Legislatura sia prevalsa la linea della Lega e l’impianto della 107 salvo pochi ritocchi a livello contrattuale e non legislativo è restato immutato.

È evidente che sarei stata molto più soddisfatta se un Ministero così importante come quello dell’Istruzione, Università e Ricerca fosse stato affidato al Movimento 5 Stelle, anche per poter portare più agevolmente a compimento il lungo e serio lavoro che abbiamo fatto nella scorsa legislatura su questi temi. Purtroppo così non è stato, ma ciò nonostante l’impianto della L. 107/2015 non è rimasto immutato. Lo abbiamo modificato da subito nel Decreto Dignità, dove un mio emendamento ha abrogato l’obbrobrio noto come comma 131, che già dal settembre 2019/2020 avrebbe lasciato disoccupati i docenti precari con 36 mesi di servizio su posti vacanti e disponibili.

Si è intervenuti da subito anche sulla chiamata per competenze con il disegno di legge della mia collega senatrice Bianca Laura Granato, che spero si sblocchi in tempi brevi. In legge di Bilancio è stata modificata la norma sull’alternanza scuola-lavoro, oggi divenuta “percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”, ponendo l’attenzione più sulla qualità e che sulla quantità delle ore.

Sempre con un mio emendamento al Milleproroghe, si è permesso ai docenti che stanno effettuando il concorso transitorio di ripetere l’anno di prova in caso di esito negativo.

Ora si sta lavorando su una delle deleghe della L. 107/2015, cioè alla modifica del D.lgs. 66/2017 sull’inclusione scolastica.

Considerando quindi che è passato solo un anno dalla formazione del Governo, non direi che l’impianto della Legge 107/2015 sia rimasto immutato né direi che si è fatto poco.

Cosa pensa di quanti ritengono che esista una sorta di “impunità dei dirigenti scolastici”. Secondo lei c’è nelle scuole una gestione neoautoritaria favorita proprio dalla 107?

Io non ho mai amato le generalizzazioni. Ho conosciuto dirigenti eccezionali e altri che non lo erano, come penso accada per ogni categoria professionale. Non si può dire che i dirigenti scolastici non siano soggetti a controllo, perché esistono tutte le norme non solo per controllarli, ma anche per valutarli.

Inoltre hanno un carico di lavoro e delle responsabilità enormi, sicuramente sproporzionate rispetto alle retribuzioni che ricevono. Detto ciò, se qualcuno commette errori, norme alla mano si denunciano le irregolarità e saranno conseguentemente erogate delle sanzioni.

Molti docenti si chiedono il perché non sblocchino i posti al Sud sul sostegno con la trasformazione dell’organico di fatto in diritto.

I docenti hanno assolutamente ragione. L’organico di fatto, soprattutto sul sostegno, è spesso una fictio iuris creata ad hoc per risparmiare qualche euro sugli stipendi estivi degli insegnanti. Ne ho parlato più volte al Miur e spero che insieme al Mef si possa intervenire.

Abbiamo tanti docenti specializzati che potrebbero essere così assunti garantendo da una parte una migliore qualità di insegnamento e continuità didattica ai nostri studenti disabili, dall’altra una maggiore serenità alle famiglie dei medesimi.

I docenti inseriti al Sud in graduatoria si domandano se sia possibile evitare i giochi sulla mobilità, del tipo fare il Concorso in una Regione dove si sa che vi sono molti posti disponibili, e successivamente chiedere l’AP o la mobilità dove le GaE e/o GM sono piene.

Certo che è possibile e sarebbe una soluzione assolutamente auspicabile, in primis per garantire la continuità didattica agli studenti e in secundis per programmare in modo efficiente il fabbisogno a livello nazionale. Quando si bandiscono i concorsi bisogna avere numeri chiari in mano. Per esempio, se si bandiscono 100 posti per la classe di concorso X nella regione Y, 100 posti devono restare, quindi i calcoli bisognerebbe farli anticipatamente anche rispetto alla mobilità che va garantita. Se non si fa così, il rischio è che quei 100 posti spariscano e che i docenti vincitori di concorso marciscano dentro le graduatorie e ne rischino la scadenza. Un concorso vinto però non è uno yogurt a scadenza. Tutto questo non è accettabile chiaramente, lede ogni principio di legittimo affidamento nella pubblica amministrazione. Anche in questo caso basterebbe rispettare le norme. Se i docenti, una volta passati di ruolo, hanno un vincolo triennale o quinquennale di permanenza questo va rispettato (altrimenti si rischia davvero che l’abbia vinta chi vuole la regionalizzazione). Sindacati e Miur dovrebbero evitare di firmare contratti nazionali sulla mobilità nei quali puntualmente si deroga alle regole e si mortifica chi in quelle regole aveva creduto. Questo è uno dei drammi della scuola italiana. I docenti fanno delle scelte di vita sulla base delle norme in vigore per poi vedersele modificare l’anno dopo. Niente di più deleterio per tutti.

Qual è la sua posizione nei confrotni della proposta di una graduatoria unica a livello nazionale con le disponibilità (a livello nazionale) chiare da assegnare in base alla posizione utile in graduatoria, soprattutto per i nuovi concorsi ordinari?

Non posso che concordare. Se potessi decidere, farei concorsi nazionali, sulla base dei reali posti vacanti e disponibili. Sarebbe la soluzione più auspicabile e chiara. Si risolverebbero tantissimi problemi. Un docente che vince un concorso ha diritto all’immediata immissione in ruolo.

Come mai il suo disegno di legge sulle classi pollaio è fermo da settimane in commissione Cultura?

Il disegno di legge sulle classi sovraffollate è fermo in attesa del reperimento dei fondi. A tal proposito io e la relatrice Vittoria Casa rimoduleremo le richieste del disegno di legge e a quel punto ci aspettiamo maggiore collaborazione da parte dell’altro contraente di Governo. Sarebbe sciocco continuare a dire no a una proposta di legge che ha a cuore l’apprendimento degli studenti e la loro sicurezza in classe. Classi da 30-35 persone rappresentano l’antitesi del diritto all’istruzione garantito dall’art. 34 della Costituzione.

Nostro obiettivo è anche cancellare il “di norma” nella formazione delle classi con studenti con disabilità: il numero massimo di 20 alunni nelle classi prime deve essere perentorio e non “di norma”, come peraltro ci è stato richiesto dalle associazioni durante le audizioni alla Camera. Su questo tetto non dovranno essere più ammesse eccezioni.

In ultimo, il superamento delle cosiddette “classi pollaio” è inserito chiaramente e senza possibilità di interpretazioni fantasiose nel Contratto di governo. Dunque si deve fare.

Visto che Lei è molto critica sull’accordo tra Sindacati e Miur, Le chiedo, come forza politica di maggioranza, come mai non avete pensato prima a fare una proposta e quindi un accordo diverso da quello criticato?

È sicura che l’accordo sarà trasformato in emendamento o se ci sono rischi che le parole non si trasformino in fatti. E se sarà trasformato in emendamento, quali correttivi pensa di proporre?

Penso che la coerenza in politica sia importante. Coerenza chiaramente non vuol dire chiusura: tutto è migliorabile, ma non stravolgibile. In legge di Bilancio n. 145/2018, c’è una parte, voluta dal ministro Bussetti, nella quale si è modificato il d. lgs. 59/2017 sul reclutamento prevedendo delle semplificazioni che noi del Movimento 5 Stelle abbiamo condiviso. Scripta manent, verba volant. Concorsi snelli ogni due anni, anno di prova pagato al 100% e ruolo, così come accade in molti Paesi europei. Sostenere questa posizione non significa assolutamente essere contrari ad alcune categorie di docenti, significa avere una visione di scuola presente e futura, condivisibile o meno. Dovevamo fare un accordo diverso a sei mesi da quello che la maggioranza aveva concordato a dicembre? Lo trovo stravagante. In ogni caso una proposta diversa dall’accordo con i sindacati, migliorativa rispetto alla legge di Bilancio, l’abbiamo presentata al Ministro Bussetti, quindi il correttivo c’è per stabilizzare i docenti.

Sta adesso al Ministro prenderla in considerazione, ricordando che il Parlamento ha le proprie prerogative e i parlamentari sono teste pensanti, non automi da votazioni.

Cosa pensa il M5S dei precari? Come risolvere il problema del precariato?

Il precariato presente nelle istituzioni scolastiche è eccessivo, ormai endemico. Non è pensabile che la scuola italiana debba coprire più di 100.000 supplenze ogni anno, gran parte delle quali sul sostegno.

L’unico modo per affrontare e risolvere il problema è investire molti soldi sulla scuola. Non esistono precari di serie A o di serie B, la vita da precario è uguale per tutti. Semmai esistono delle priorità nelle assunzioni: subito bisogna chiudere la partita delle cosiddette Gae storiche e dei vincitori e idonei di concorso, poi va recuperata la situazione di tutti gli altri precari sulla base dei posti vacanti e disponibili.

La Corte di Giustizia Europea ci ha chiesto sostanzialmente di bandire concorsi con regolarità e questo va fatto: concorsi per tutti e assunzioni. Le supplenze devono essere limitate ai casi di malattie, maternità, aspettative, congedi… Insomma, dobbiamo mettere in campo la cura per passare dalla patologia dei 100.000 alla fisiologica sostituzione temporanea di chi si ammala o diventa genitore.

Pare che stiano preparando un emendamento per bandire un nuovo concorso straordinario per i DM che hanno una sola annualità di servizio specifico. E se è vero come mai questo ripensamento, visto che i ricorsi sono stati rigettati?

Diciamo che qualcuno prova un’attrazione fatale verso tutto ciò che non è selettivo e fondato sul riconoscimento del merito. Questo modo di fare, ricerca solo il consenso, i voti a breve termine, ma non ha alcuna visione di quello che la scuola deve essere nei prossimi vent’anni. Se si facesse una cosa del genere, il concorso ordinario promesso e scritto nel Decreto dignità dalla maggioranza di Governo per la scuola dell’infanzia e primaria rischierebbe di essere buttato alle ortiche, gettando nel dimenticatoio i docenti neolaureati in Scienze della formazione primaria che hanno superato selezioni e corsi di studio. Può ben immaginare che io non sia d’accordo con questa proposta, contraria alle sentenze e alla Costituzione. Ciò non significa essere a favore o meno di qualche categoria di docenti, bensì avere delle idee su quello che la scuola deve rappresentare ed essere per l’Italia, ribadisco idee condivisibili o meno.

In merito al Suo mandato elettorale in questa Legislatura:

– ritiene possa realizzarsi con l’attuale esecutivo, la riforma degli organi collegiali?

La riforma degli organi collegiali non fa parte del contratto di Governo, bisognerebbe parlarne e capire se il Movimento 5 Stelle e la Lega possano avere una linea comune in merito.

8 testi unici sono stati varati con la L. n.107/2015, quando sarà completato l’iter inerente il riordino delle disposizioni in materia di istruzione? 

Come Movimento abbiamo chiesto ovviamente di essere coinvolti nella redazione del nuovo testo unico. Il D.lgs. 297/1994 è vetusto e va riformato. Mi auguro che ci sia collaborazione in tal senso.

Pensate concretamente di attivare finalmente la mobilità intercompartimentale anche per i docenti che permetterebbe di ricollocare in altre pubbliche amministrazioni professionalità che oggi sono demotivate a scuola quali avvocati, commercialisti, ingegneri e architetti, liberando al contempo posti per docenti più giovani e con più entusiasmo?

Io sarei favorevole, ma non abbiamo ancora affrontato questa tematica nelle commissioni preposte.

Lei ha partecipato, con esito positivo, al concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici, suscitando molte critiche dovute alla sua posizione di parlamentare. Come risponde a tali contestazioni?

Partiamo dal presupposto che non è vietato dalla legge che un deputato partecipi ai concorsi, prima di tutto sono un cittadino. Ho due lauree, ho sempre studiato nella mia vita e continuerò a farlo, anzi l’essere parlamentare mi ha indotto a studiare ancora di più. Tra l’altro avevo iniziato a studiare per questo concorso molti mesi prima rispetto alla candidatura alle parlamentarie del Movimento 5 Stelle. Perché non avrei dovuto farlo? Ci si lamenta di politici ignoranti e attaccati alla poltrona, ne avete trovata una che attaccata alla poltrona non è. Io tornerò alla mia vita prima o poi e ho il diritto, come tutti gli altri cittadini, di provare a migliorarla.

Chi partecipa ad un concorso, chiunque egli sia, non ha il diritto di vincerlo, ha l’interesse legittimo che la pubblica amministrazione operi secondo i principi di correttezza e di trasparenza.

Quanto ritiene plausibile l’ipotesi di una pronuncia demolitoria del TAR Lazio che porti all’annullamento della procedura? 

Sinceramente non lo: qualunque decisione sarà adottata dalla magistratura di primo e secondo grado, va chiaramente rispettata.

Quale proposta di riforma del reclutamento dei dirigenti scolastici proporrebbe alla luce delle falle mostrate dall’attuale sistema di reclutamento che hanno portato il concorso nelle aule giudiziarie?

Io condivido l’idea che si divenga dirigenti scolastici tramite concorso. Semmai bisogna fare in modo che non ci siano falle, che le procedure siano corrette, che la pubblica amministrazione operi sempre nella trasparenza e buon andamento, imparzialità e correttezza.

Aggiungerei comunque, alla fine del percorso concorsuale, un periodo di affiancamento dei nuovi Dirigenti scolastici a quelli già in servizio.

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