Avvisati (economista Ocse): Mettere istruzione al centro di scelte politiche

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Inaccettabile il numero di ragazzi che sono insufficienti nelle regioni del Sud. In Italia la scuola non è un ascensore sociale. Va messa al centro del dibattito politico. 

Con un editoriale sul Corriere della Sera, l’economista dell’Ocse, Francesco Avvisati, è tornato sul tema dei risultati dell’indagine Pisa Ocse sugli studenti di quindici anni, pubblicati di recente.

A fronte di cambiamenti rapidi, anche tecnologici – è uno dei passaggi del commento di Avvisati – che richiederebbero competenze scientifiche diffuse e la capacità di usare, in maniera critica, l’informazione quasi infinita – e spesso di scarsa qualità – che si trova on line, il livello di preparazione scientifica e le capacità di comprensione del testo degli studenti italiani sono calate tra il 2012 e il 2018“.

Oltre a reiterare il messaggio di preoccupazione sul divario Nord – Sud che si registra fra gli studenti in Italia anche nella comparazione internazionale, e alla preoccupazione sulla ridotta mobilità sociale, l’economista Avvisati si concentra sulla necessità di dare priorità nelle scelte politiche al tema dell’istruzione.

Le scelte politiche effettuate, così come i contesti, – scrive Avvisati – sono diversi in ciascun Paese: ma in ciascuno di questi Paesi, l’istruzione è percepita come un problema troppo importante per essere lasciato ai soli addetti ai lavori. Nei prossimi dieci anni, la popolazione degli studenti diminuirà in Italia di circa il 10%, e quasi la metà degli insegnanti oggi in servizio andrà in pensione. Ciò rappresenta un’occasione forse unica per ripensare le priorità del sistema di istruzione – mettendo gli studenti, e il futuro del Paese che essi saranno chiamati a costruire, – al centro della riflessione“.

Per arrivare a questo concetto, Avvisati ha ricordato il percorso svolto dal Portogallo, dalla Svezia e dal Regno Unito. “Il Portogallo è stato in grado di ripensare l’offerta formativa e di migliorare i propri risultati Pisa, pur affrontando una grave crisi economica. La Svezia ha invertito un declino che pareva irrisolvibile, facendo della qualità dell’istruzione una priorità anche del dibattito politico. Il Regno Unito ha migliorato i propri risultati in matematica puntando in maniera decisa sulla formazione degli insegnanti, a partire dalla scuola elementare“.

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