Aumenti stipendio insegnanti, se si firmasse adesso solo 36 euro netti. Lettera

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inviata da Libero Tassella – Nel prossimo mese di aprile le nostre retribuzioni aumenteranno in media di 6 euro netti.

Non si tratta ovviamente dell’aumento del nuovo contratto di lavoro ma solo della cosiddetta vacanza contrattuale, finanziata con i soldi messi nella legge di bilancio 2019.

Vi ricordo che il vigente contratto fu siglato da tutti i sindacati rappresentativi sia pure in tempi diversi, Flc Cgil Cisl Uil firmarono subito la preintesa, FGU ex Gilda degli insegnanti firmò ex post appena furono chiuse le urne per le elezioni delle RSU e lo Snals con molti mal di pancia firmò solo a settembre. Tale contratto è scaduto il 31.12.2018.

Un contratto miserrimo quello dello scorso anno, che non andava firmato, come in una petizione promossa da Professione Insegnante avevano chiesto circa 100.000 insegnanti, il peggiore contratto degli ultimi anni che arrivava dopo circa dieci anni e che prevedeva un aumento medio al netto vergognoso, mentre lasciava del tutto irrisolto il blocco della progressione economica nel 2013 del governo Letta.

Ricordo che gli insegnanti sia con il blocco delle retribuzioni sia con i tagli di organico previsti dalla legge Gelmini, sia con l’eliminazione del primo scatto con un contratto firmato nel mese di agosto da Cisl Uil Snals e Fgu ex Gilda, sono i lavoratori che hanno dato il maggior contributo alla crisi economica, il solo mancato rinnovo contrattuale è costato a un professore all’ultimo scatto circa 15.000 euro.

L’unica cosa che il CCNL 2018 ha ottenuto è stata l’invarianza della parte normativa a fronte delle incursioni tentate dal governo PD sulle sanzioni disciplinari e su altro, accontentandosi i sindacati di un nuovo istituto contrattuale, il confronto, di un controllo sindacale sul bonus premiale di cui dall’a.s. 2018/19 si contratta a livello di istituto la quantificazione, mentre se ne dovrebbe sancire l’abolizione e dell’inserimento nel testo contrattuale di una bella espressione coniata negli anni Settanta: Comunità educante, l’opposto di quello che la scuola dei presidi caporali oggi è diventata. Una bella vittoria di Pirro.

Con i soldi oggi in finanziaria 2019 se ci fosse il contratto domani ci sarebbe un aumento medio di appena 36 euro netti, meno del precedente contratto ecco perché per il rinnovo del prossimo contratto a mio avviso ci vogliono altre due finanziarie 2020 e 2021 e soprattutto un fondo speciale ad hoc che assorba tra gli altri tutti i fondi strutturali della 107/2015 previsto solo per il contratto degli insegnanti, estrapolandolo dal mega comparto e dal pubblico impiego, i fondi necessari per quello che io ho chiamato il contratto del risarcimento che non può non prevedere da una parte un aumento di 200 euro netti dall’altro il superamento degli aumenti contrattuali all’inflazione programmata.

Inutile dire che bisogna difendere il contratto nazionale contro la deriva della regionalizzazione e dell’autonomia differenziata che potrebbe prevedere contratti regionalizzati che a fronte della stessa retribuzione potrebbero prevedere maggiori oneri a carico degli insegnanti con incrementi retributivi solo per maggiori impegni lavorativi e presenza a scuola.

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