Aumenti stipendi: 5 euro ai docenti 500 ai dirigenti! Lettera

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Inviato da Antonella Torri – Egr. Ministro Bussetti, leggendo i confronti impietosi tra le retribuzioni dei docenti italiani e quelli europei mi viene spontaneo riflettere sulla scarsa stima che i nostri governanti hanno di noi, e che si perpetua immutabile di governo in governo.

Ancora più grave però a mio parere è l’immenso gap tra gli stipendi miserevoli dei docenti e quelli degli ex presidi, pomposamente ormai assurti al più nobile (e ben ricompensato) ruolo di Dirigenti.

A fronte della ridicola mancia di circa 5 euro che i più anziani di noi percepiranno ad aprile, i nostri “capi” avranno un aumento di oltre 500 euro netti al mese, ovvero CENTO VOLTE più di noi.

I nostri sindacati -che a suo tempo hanno esultato per la grande vittoria ottenuta riconoscendo ai Presidi quanto loro dovuto avvicinandoli agli altri dirigenti della pubblica amministrazione (sigh!)- ora fingono di indignarsi di questa disparità di trattamento. Ma davvero le responsabilità e le mansioni dei Presidi valgono così tanto rispetto a quelle degli insegnanti?

Forse ci si dimentica che in ogni scuola TUTTI partecipano per il buon funzionamento del servizio offerto, spesso sobbarcandosi per senso del dovere incarichi aggiuntivi naturalmente sottopagati allo stesso modo e che sollevano i Preside da moltissime incombenze.

Mi limito a dire che è UNA VERGOGNA! E che di certo il nostro lavoro ingiustamente associato alle solite 18 ore di lezione a scuola è MOLTO più impegnativo: si arriva tranquillamente a 36 ore settimanali (e spesso anche di più) con la preparazione delle lezioni, la correzione delle verifiche, le riunioni, gli adempimenti burocratici, la formazione ecc. Sì, a parole ogni ministro (e pure Lei) afferma che meritiamo di più, poi però dalle promesse vaghe non si passa mai ai fatti… Neppure un cenno al recupero del 2013, che ha dilatato ancora di più la nostra “carriera”, fatta di gradoni di ben 6, 7 e addirittura 8 anni prima di avere un misero aumento che non tiene affatto conto della professionalità, dell’impegno, della fatica che questo lavoro comporta.

Ci si meraviglia del mancato rispetto da parte delle famiglie? Ma è ovvio, se persone laureate (spesso con più lauree, dottorati, specializzazioni) sono così malpagate dallo stesso stato per cui lavorano! Peraltro svolgendo il delicato compito di istruire e educare le nuove generazioni.
Senza scomodare l’articolo 36 della nostra costituzione, ovviamente disatteso, mi chiedo con amarezza come sia possibile una simile disprezzo perfino “istituzionale” verso i docenti e chiedo a Lei che cosa realmente intende fare per cambiare la situazione.

Le chiedo pertanto, senza perdersi in inutili e vaghe promesse, di impegnarsi per garantire un rinnovo contrattuale dignitoso a noi docenti, altrimenti dubito che i “laureati migliori” desiderino intraprendere la “carriera” (se vogliamo ridicolmente chiamarla così’) di insegnante; senza poi dimenticarci di chi è alla soglia della pensione, che ha uno stipendio finale praticamente uguale a quello di chi è andato in pensione dieci anni fa…

Cordiali saluti

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