ATA: perché non assumere anziché risarcirli? Bruschi sulla sentenza della Consulta

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L'ispettore del Miur Max Bruschi, sul suo profilo FB, ha commentato la sentenza n. 187/2016 della Corte Costituzionale sul precariato scolastico. 

L'ispettore del Miur Max Bruschi, sul suo profilo FB, ha commentato la sentenza n. 187/2016 della Corte Costituzionale sul precariato scolastico. 

Com'è noto, la sentenza ha dichiarato  “l’illegittimità costituzionale, nei sensi e nei limiti di cui in motivazione, dell’art. 4, commi 1 e 11, della legge 3 maggio 1999, n. 124 (Disposizioni urgenti in materia di personale scolastico), nella parte in cui autorizza, in mancanza di limiti effettivi alla durata massima totale dei rapporti di lavoro successivi, il rinnovo potenzialmente illimitato di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti nonché di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza che ragioni obiettive lo giustifichino”.

La Corte, se da un lato ha bacchettato l'Italia, dall'altro ha ritenuto sufficiente, per il personale docente, la misura riparatoria consistente nel piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge n. 107/2015, e per il personale ATA i risarcimenti previsti dal comma 132 della medesima legge.

Bruschi, come suddetto, ha commento la Sentenza riguardo sia  al personale docente che ATA. Molto interessanti le riflessioni dell'ispettore sul personale ATA, che si configurano come un invito al Governo ad intraprendere una precisa strada per detto personale, definita dallo stesso conveniente per lo Stato ed eticamente corretta.

L'ispettore si chiede: "perché mai dover ricorrere ordinamentalmente al risarcimento del danno, quando proprio la copertura, anno per anno, delle "vacanze" metterebbe al riparo lo Stato italiano dall'esborso e da presumibili nuovi contenziosi, oltre ad avere un riscontro etico importante?
Questa la sua risposta:  Se si ritiene che il numero degli ATA in pianta organica sia superiore alle necessità (ribadisco: SE. Non ho gli strumenti per dirlo), si deve intervenire sulla pianta organica. Ma, una volta definitala, va coperta.

Secondo l'ispettore del Miur, dunque, una volta accertato il reale fabbisogno d'organico del personale ATA, si dovrebbe procedere alla totale copertura dei posto vacanti e disponibili, evitando conseguentemente l'esborso di ingenti somme, che saranno richieste a titolo di risarcimento, come previsto dalla citata legge, dal personale che ha i requisiti per farlo.

In tal modo, conclude Bruschi, lo Stato risparmierebbe e adotterebbe una misura eticamente corretta, in modo da ripagare (aggiungiamo noi) anni di sacrifici e precariato da parte di personale, cha ha contribuito notevolmente al corretto funzionamento delle nostre istituzioni scolastiche.

Abuso precariato. Corte Costituzionale: è illegittimo, via libera ai risarcimenti danni. Anief: pronti i ricorsi. La nota della Consulta

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