ATA, cura dell’igiene personale degli alunni

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Cura della persona e dell’igiene personale degli alunni: in seguito al dibattito aperto su OrizzonteScuola.it i sindacati territoriali di Firenze hanno emanato delle note.

La FLC Firenze scrive:

Già il contratto all’art. 47 pone in capo a tutti collaboratori scolastici, tra le mansioni ordinarie, l’obbligo dell’assistenza materiale nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale degli alunni con disabilità, come confermato dalla citata sentenza. Fatta salva quindi l’obbligatorietà per tutti, nulla impedisce, comunque, che tale compito sia affidato mediante l’istituto dell’Incarico Specifico.

Tuttavia l’assistenza all’igiene personale degli alunni va affrontata anche nel caso di alunni senza disabilità, ma con un’autonomia ancora da consolidare. In questo caso il CCNL prevede che tra gli incarichi specifici attribuiti nell’ambito del Piano delle Attività, ci sia anche quello dell’assistenza alla persona, che può riguardare anche la cura dell’igiene degli alunni della Scuola dell’Infanzia.

In definitiva, comunque, la materia è delicata e i collaboratori scolastici devono in ogni caso essere formati adeguatamente, prima di affrontare situazioni di questo tipo. La questione poi deve essere affrontata in tutte le sedi opportune all’interno della Comunità Educante, e la contrattazione integrativa deve definire i criteri e i compensi per il personale coinvolto.”

Cura dell’igiene personale degli alunni

Carlo Romanelli, Segr. Gen. Uil Scuola Toscana afferma invece “In queste ore è stata diffusa una nota a firma dei segretari territoriali di Firenze della FLC CGIL, della CISL Scuola e della Gilda che tratta un tema sensibile che merita di essere sviluppato con maggior rispetto ed attenzione, evitando semplificazioni che rischiano di indurre in errore coloro che sono chiamati a responsabilità nell’affidare incarichi o nello svolgerli e di esporre a rischi indebiti i titolari di diritti che in questo modo vengono ignorati e compressi.

Ci riferiamo all’assistenza dovuta agli alunni disabili. Il profilo del CS, come è noto, prevede mansioni di assistentato materiale di natura non specialistica e dunque non riferibili ad alunni non deambulanti o con grave disabilità. Gli alunni disabili in quelle condizioni vedono pregiudicato il loro diritto allo studio e quello alla salute, i collaboratori scolatici che sulla spinta di errati convincimenti vengono indotti ad effettuare trattamenti per cui non sono abilitati si espongono gravemente all’esercizio di funzioni non previste dal profilo, le scuole nella persona del DS si assumono ancora una volta una impropria responsabilità che invece è in carico all’ente locale.

A chi giova tutto questo? Non certo agli alunni e tantomeno ai collaboratori o alle scuole. Forse a enti che organizzano corsi di formazione di circa 40 ore, utili sul piano della sensibilizzazione sui temi dell’inclusione ma assolutamente carenti ed inadeguati sul piano professionale.

Quelle mansioni specialistiche sono riservate all’assistente socio sanitario il cui profilo è stato definito nell’Accordo del 2001 tra il Ministro della sanità, il Ministro per la solidarietà sociale e le regioni, per la individuazione della figura specialistica e per la definizione dell’ordinamento didattico dei corsi di formazione che, di durata annuale, devono svolgersi per un numero di ore non inferiore a 1000. Tale personale deve essere inquadrato nell’area “B” e non nella “A”.

Per questo la UIL ha chiesto la costituzione dell’area di assistenza socio sanitaria per l’inclusione degli alunni disabili nelle sedi del MIUR per definizione dell’organico e della Commissione ARAN per la revisione dei profili, prevista dal contratto.

Anche il riferimento ad una singola sentenza penale di terzo grado appare strumentale e fuorviante. Per approfondire il tema abbiamo richiesto all’Ufficio Legale Nazionale un approfondimento, ritenendo che la stessa si riferisca nel merito a vizi sull’impugnativa dell’ordine di servizio. Ma questo non sposta i termini del problema.

Come potete vedere, anche in questo caso, la UIL, da sola, é impegnata a contemperare i diritti degli alunni, delle famiglie con quelli di tutti i lavoratori e cerca, nel confronto aperto tra tutte le componenti interessate, a partire dalle associazioni dei disabili, di focalizzare il problema alla ricerca delle soluzioni concrete.”

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